La Sicilia orientale diventa set cinematografico per il nuovo film di Paolo Taviani
La nuova pellicola del regista di origini toscane si intitola “Leonora addio” ed è tratta da un racconto di Luigi Pirandello : alcune riprese sono state effettuate tra Catania e Siracusa
Un dramma surreale ispirato a Luigi Pirandello e messo in scena da uno dei registi più significativi del cinema italiano di tutti i tempi : Paolo Taviani (nella foto) autore, insieme al fratello Vittorio – deceduto nel 2018 – di un linguaggio poetico che ha attraversato sessant’ anni di storia nazionale, all’insegna dell’ impegno civile, sociale e politico.
“Leonora addio” è il titolo dell’ultimo lungometraggio del cineasta, prodotto da Donatella Palermo e Serge Lalou; le riprese, interrotte a causa del Covid 19, sono ricominciate nel settembre scorso e nel mese di ottobre hanno fatto tappa in Sicilia, confermando la vocazione dell’isola quale set cinematografico ideale e naturale di indicussa attrattività, non soltanto per via delle ricchezze monumentali e paesaggistiche ma anche e soprattutto per le implicazioni letterarie e culturali protagoniste di interconnessioni profonde tra luoghi e persone.
Non a caso, “Leonora addio” trae spunto dall’omonima novella di Luigi Pirandello, pubblicata sulle pagine del Corriere della sera il 6 novembre del 1910: la storia è quella di Rico Verri, marito di Mommina, una ragazza che, insieme alle tre sorelle disinibite, si era data alla bella vita con gli ufficiali negli anni più verdi.
L’uomo è geloso e nevrotico e non riesce ad ignorare il passato della bella consorte, che cerca di rendere “innocua” obbligandola a trascurarsi, a stare sempre chiusa in casa e a rinunciare a qualsiasi svago.
Un giorno arriva in città una delle sorelle, nel frattempo divenuta cantante, per recitare nell’opera di Giuseppe Verdi “Il trovatore” : appresa la notizia, Mommina ripensa alla giovinezza trascorsa, ai tempi in cui andava a teatro ed era felice e spensierata, e racconta alle figlie le esperienze vissute.
La donna troverà la morte cantando con estrema passione alle sue bambine alcuni brani, tra i quali, appunto, “Leonora addio”.
Nella trasposizione cinematografica, la complessa narrazione intreccia un racconto di tre surreali funerali di Luigi Pirandello con la vicenda dell’omicidio di un giovane immigrato siciliano a Brooklyn, ispirato al romanzo “Il Chiodo”, pubblicato poco prima della morte dello scrittore agrigentino : un progetto che i fratelli Taviani accarezzavano da tempo.
Il racconto si presta a infinite declinazioni sceniche e interpretative, affidate a un cast di tutto rispetto che annovera Fabrizio Ferracane, Massimo Popolizio, Martina Catalfamo, Nathalie Rapti Gomez e Roberto Herlitzka.
Le musiche sono del premio Oscar Nicola Piovani e la produzione porta la firma di Stemal Entertainment, Les Films d’Ici e Rai Cinema con il contributo del MIBACT; la fotografia è di Simone Zampagni e Paolo Carnera, il montaggio di Roberto Perpignani, i costumi di Lina Nervi Taviani e la scenografia di Emita Frigato.
Tornato dietro la macchina da presa all’età di ottantanove anni senza il fratello, Paolo Taviani ha scelto la Sicilia per girare alcune scene: Ortigia, la bellissima isola di Siracusa, e Catania, dove le riprese sono state effettuate tra gli spazi interni del Monastero dei Benedettini e nelle Biblioteche riunite “Civica e Ursino Recupero”.
Non è certo la prima volta che il cineasta manifesta amore e attenzione per l’ isola : “sono toscano ma anche siciliano”, ha dichiarato, riferendosi al documentario girato negli anni cinquanta con il fratello Vittorio – che condivideva la passione per la Sicilia – e alle pellicole “Kaos” e “Tu ridi” , rispettivamente del 1984 e del 1998.
Rapito dalla storia del complesso benedettino etneo, il regista ha eternato sul libro d’onore tutta l’ammirazione per la Biblioteca, definendola “di una bellezza commovente” e auspicando, con la modestia tipica dei grandi talenti, di riuscire a rendere il giusto omaggio alle prestigiose sale attraverso le immagini del film.