Chi, in ambito commerciale, si era illuso che il peggio fosse stato messo alle spalle non ha fatto i conti con i continui colpi di coda assestati dal Covid. Succede dunque che in Sicilia, quelle zone a macchia di leopardo ancora gravate da zone arancioni e rosse, debbano fare i conti con una crisi che sembra non conoscere fine. Neanche il tempo di risalire la china che il settore catering, e tutte le attività ad esso connesse, sono chiamate ad ulteriori immani sacrifici per non chiudere definitivamente bottega.
“Ribadiamo la nostra grande preoccupazione. Tutto il settore del catering in zona arancione, se non in zona rossa, non potrà svolgere alcuna attività e dunque ci chiediamo: quali strumenti il Governo regionale attuerà per tentare di salvare gli operatori del settore, visto che non è consentito neanche il Green pass?”. E’ questo l’interrogativo contenuto in una lettera aperta che il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, e il presidente regionale Fipe Sicilia, Dario Pistorio, hanno deciso di rivolgere al governatore Nello Musumeci.”
“L’ultima ordinanza, la n. 88 del 2 settembre scorso, che ha stabilito la zona arancione per i comuni di Augusta, Avola, Catenanuova, Ferla, Francofonte, Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero e Rosolini, che si aggiungono ai Comuni di Comiso e Vittoria già arancioni come da precedente ordinanza – scrivono Manenti e Pistorio – di fatto si ripercuote in modo pesante sull’attività dei pubblici esercizi e dei locali della ristorazione che, di fatto, sono ritornati dentro un incubo. Avevamo ragione a dire che l’ordinanza 87 non sarebbe rimasta isolata e siamo convinti che tra breve il colore arancione riguarderà tutta la nostra Regione”.
Confcommercio Sicilia e Fipe Sicilia chiedono di sapere quali saranno gli strumenti con cui si cercherà di aiutare le imprese in difficoltà: nuovi ammortizzatori sociali? Rimborsi alle aziende che non possono più lavorare? “E non dimentichiamoci anche – proseguono Manenti e Pistorio – di tutto l’indotto che c’è attorno al settore del catering. Ci riferiamo ai fornitori, ai distributori delle materie prime, ai distributori all’ingrosso di tovaglie e accessori per le strutture ricettive e per quelle della ristorazione. E non vanno neanche dimenticati gli esercizi commerciali legati all’abbigliamento da cerimonia, i distributori di confetti per bomboniere e altro ancora. E potremmo anche aggiungere i privati che mettono a disposizione le proprie ville nobiliari per gli eventi. Siamo fin troppo preoccupati perché la nostra Regione rischia di sprofondare nuovamente in una crisi senza precedenti. Le prossime ordinanze non potranno, dunque, non tenere conto anche di questi aspetti.