Probabilmente è dovuto all’effetto dei giorni in zona rossa voluti da Musumeci in Sicilia nella fine di gennaio, ma nella settimana che va dal 15 al 21 febbraio si sono registrati dati quasi da zona bianca. I nuovi positivi, ad esempio, sono stati solo 65 su centomila abitanti. Si avvicinano tanto, quindi, ai 50 che sono necessari per un ulteriore allentamento delle limitazioni. Inoltre negli ospedali si registra un calo decisivo nell’occupazione dei posti letto.
Ma Giuseppe Natoli, lo statistico del Civico di Palermo, invita alla calma, come riporta Repubblica edizione Palermo. «La Sicilia — dice Natoli — ottiene i frutti di un periodo di restrizioni, ma non deve sperperare il vantaggio acquisito. Bisogna continuare con misure mirate». Anche perché c’è il problema delle varianti che avanzano. Ieri, proprio al Civico, si sono registrati cinque casi di “inglese”. Si tratta di quattro pazienti e di un infermiere già vaccinato con la seconda dose. Che comunque è asintomatico, probabilmente per effetto della protezione garantita dal farmaco.
Però i numeri in generale sono buoni. C’è un tasso di positività di 2,2 per cento, il migliore d’Italia dopo la Sardegna, ed i nuovi casi registrati nell’ultima settimana sono in netta discesa, rispetto alla precedente. Questi dati fanno esultare l’assessore alla Salute Ruggero Razza, che però continua a indicare la via della prudenza. Nonostante che l’agenzia ministeriale Agenas promuova la Sicilia per quanto riguarda i ricobveri. Nella “pagella” dell’organismo di valutazione aggiornata a domenica, è certificato che nell’Isola i posti occupati in terapia intensiva sono il 17 per cento, ed il 22 per cento in degenza ordinaria. Le soglie di rischio saturazione sono collocate rispettivamente al 30 e al 40.