Fase 2: ordinanza in Sicilia pronta, ma si attende conferma dal Governo

L’incontro di ieri tra Stato e Regioni ha portato ad alcuni accordi generali che dovranno essere resi operativi dall’ennesimo decreto emesso dal premier Conte. Le Regioni sono pronte e attendono l’ok per far ripartire il paese

Domani sarà il fatidico 18 maggio 2020, data spartiacque tra la fase di estrema emergenza nel nostro Paese, durata quasi tre mesi, e la fatidica e tanto attesa Fase 2. Nonostante ciò, però, l’ennesimo DPCM di questo storico periodo, causa diffusione Coronavirus, tarda ad arrivare.

ORDINANZA DELLA REGIONE SICILIA PRONTA

Attraverso un post sulla sua pagina Facebook, il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha fatto sapere che si attende solamente l’ufficialità del governo e che l’ordinanza in merito alla fase 2 per la regione siciliana è già pronta. Queste le parole presenti sulla pagina Facebook di Musumeci, nella tarda serata di ieri: “Il governo nazionale non ha ancora trasmesso (alle 22.30) a noi presidenti di Regione il decreto necessario per disciplinare le riaperture. La mia ordinanza è comunque pronta per la firma ed estende – come avevo promesso – il più possibile l’esercizio delle attività, forti delle attuali condizioni sanitarie nella nostra Isola. Su questo punto, Roma ha dovuto ascoltarci. Per evitare spiacevoli sorprese (fidarsi è bene ma…) aspettiamo comunque di confrontarci con le disposizioni nazionali, che dovrebbero arrivare in nottata. La Sicilia è pronta alla ripartenza, nella responsabilità di ognuno“. Per la cronaca, durante la notte appena intercorsa non sono giunte alcune disposizioni da parte del governo.

ALCUNI PUNTI DI DISACCORDO TRA STATO E REGIONI

Il ritardo dell’emanazione del decreto nazionale, che sbloccherebbe le ordinanze regionali, è dovuto soprattuto ad alcuni punti di discordanza tra il ministro Conte e i presidenti di alcune regioni. Tra questi, Vincenzo De Luca, rappresentante della Regione Campania. Intervenuto al programma Rai Mezz’ora in più si è espresso in questo modo: “Su alcune norme di sicurezza generale deve pronunciarsi il ministero della Salute, non è possibile che il Governo scarichi opportunisticamente tutte le decisioni sulle Regioni. Non è accettabile.“.

Anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, attraverso i canali social, ha espresso qualche perplessità. Queste le sue parole: “Dopo una lunghissima trattativa, terminata alle 3.15 di ieri notte, le Regioni, unite e compatte, hanno ottenuto che le linee di indirizzi da loro proposte fossero parte integrante del Dpcm del governo, per evitare contrasti interpretativi con quelle nazionali. Ma soprattutto per rendere più chiare per i cittadini le regole cui fare riferimento“. Il post prosegue: “Con le linee guida dell’Inail nessuno sarebbe riuscito a ripartire. Intanto, fiducioso che da Roma finalmente arrivi il testo approvato, pubblico le linee guida proposte dalle Regioni che il governo si è impegnato a recepire nel testo del suo decreto“.

IN ATTESA DEL GOVERNO

In conclusione, l’incontro tra Stato e Regioni ha permesso di trovare degli accordi, soprattutto per le pressioni dei governatori regionali in favore di maggiore elasticità e chiarezza per i cittadini. Adesso si attende la mossa ufficiale del governo che dovrebbe dare il via alla Fase 2, fondamentale per la ripartenza del paese.