Sileri: «Da gennaio terza dose per tutti, con priorità a chi ha fatto J&J»

«Entro l’anno dose per medici e anziani ─ ha detto Sileri ─. Poi il resto della popolazione. Scaglionato in base a quando è stata somministrata la prima e la seconda dose»

vaccino

L’efficacia della vaccinazione contro il Covid, per proteggere da una malattia grave, resta alta nel tempo. Ma la difesa dal contagio cala. E con l’arrivo dell’inverno c’è il rischio di una nuova risalita dei casi. Su questo argomento è intervenuto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, ed ha detto: «Verosimilmente la terza dose sarà necessaria per tutti. Entro il 2021 si procederà a somministrare la terza dose per anziani e personale sanitario. E poi, da gennaio, al resto della popolazione. Il richiamo sarà scaglionato in base a quando è stata somministrata la prima e la seconda dose». Intervistato da Radio Capital, Sileri ha anche precisato un altro aspetto della nuova tornata di somministrazione. Ha detto che comunque sarà data la precedenza a chi ha fatto il vaccino Johnson&Johnson, «che avrà bisogno di un richiamo in tempi brevi».

ALL’ATTENZIONE I VACCINATI CON JOHNSON&JOHNSON

Proprio la situazione di chi ha ricevuto il vaccino monodose Johnson&Johnson è all’esame della Commissione tecnico consultiva dell’Aifa, che ne discuterà nella riunione del 28 ottobre. A chiedere un parere all’ente regolatorio italiano è stato proprio il ministero della Salute. Tra le ipotesi, la possibilità che per la nuova inoculazione venga utilizzato un vaccino a mRna, Pfizer o Moderna. Non solo: secondo fonti qualificate, citate dall’Ansa, la somministrazione non deve essere considerata come un richiamo, poiché l’immunizzante J&J è monodose e per una nuova somministrazione non sarebbe necessario aspettare che sia trascorso il periodo di sei mesi.

SILERI: TERZA DOSE PER TUTTA EUROPA E FINE GREEN PASS

Il sottosegretario Sileri ha auspicato che la scelta di somministrare anche della terza dose, sia condivisa da tutta Europa. In considerazione del boom di contagi in alcuni paesi europei, dove insieme ai casi aumenta anche il rischio che possano diffondersi nuove varianti. Ha poi concluso parlando del certificato verde: «Il green pass obbligatorio lo toglieremo, ma non ora ─ ha detto ─. Bisogna procedere per gradi. Prima toglieremo l’obbligo del distanziamento, poi le mascherine e infine il green pass. Il vaccino obbligatorio non servirebbe, non convincerà i no vax a vaccinarsi».