Picchiarono selvaggiamente quattro ragazzi in via Candelai, fratturando ad uno di loro la mascella. La Polizia di Stato, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare attraverso il collocamento in comunità di 5 indagati italiani, appartenenti ad una baby gang, ritenuti responsabili di lesioni aggravate in concorso.
Il provvedimento, eseguito dai poliziotti della Squadra Mobile, scaturisce a seguito di una violenta aggressione, avvenuta per futili motivi lo scorso 4 dicembre, in via Candelai, nel corso della movida cittadina. L’azione criminale è stata realizzata con improvvisa e cruenta violenza, anche attraverso l’utilizzo di un “tirapugni”, in pregiudizio di 4 soggetti maggiorenni. Nell’occasione, una delle vittime ha subito delle lesioni guaribili in 40 giorni riportando una frattura mandibolare e trauma cranico che ha reso necessario un intervento chirurgico maxillo-facciale con l’applicazione di protesi.
Le indagini, avviate nell’immediatezza attraverso l’ausilio delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza, hanno consentito di identificare i componenti del gruppo criminale di 15 individui, di cui due maggiorenni, nonché di acquisire concreti elementi di colpevolezza a loro carico.
Nella stessa giornata sono state, inoltre, effettuate perquisizioni e sequestri di apparati radiomobili a carico di ulteriori n.8 minorenni, indagati per il medesimo reato, ma non destinatari di un provvedimento restrittivo.
Secondo il Questore Laricchia: “Il branco di 15 persone che il 4 dicembre ha colpito in via Maqueda angolo via Candelai, è stato identificato e assicurato alla giustizia. 13 sono minorenni, adusi purtroppo alla violenza come unica modalità espressiva. Una violenza feroce, priva di freni, apparentemente immotivata; in realtà la motivazione che nasconde è più preoccupante perché si alimenta dall’istinto di sopraffazione del prossimo, fino ad annullarlo. Le lesioni prodotte alle vittime sono gravissime. E tutto in nemmeno due minuti. Neanche il tempo di avvisare le forze di polizia, figuriamoci di intervenire in flagranza.
Le attività investigative subito avviate e condotte dalla Questura hanno consentito di ricostruire tutti gli aspetti dell’episodio e tutte le persone coinvolte, naturalmente nei tempi indispensabili per un’indagine che possa supportare provvedimenti ben motivati dell’Autorità Giudiziaria. Ora gli atti verranno esaminati sotto il profilo della pubblica sicurezza per valutare l’emissione di ulteriori provvedimenti inibitori previsti dalla legge”.