VIDEO | Sottopassi di Viale Regione? Come la «Megaditta» di Fantozzi

È triste ammetterlo ma, visitare uno dopo l’altro i sottopassi di Viale Regione Siciliana, partendo da quelli ubicati a sud est fino a raggiungere quelli a nord ovest, è come ripercorrere una struttura piramidale. Ecco il nostro reportage

Pianificata negli anni ’50 per divenire la più classica delle tangenziali, già a partire dalla metà del decennio successivo, causa lo smisurato dilatarsi edilizio della città, l’autostrada che lambiva il capoluogo siciliano in direzione Trapani/Catania ne divenne una delle arterie più importanti in assoluto. Questa sorta di “spacca Palermo”  mutò presto il suo nome da Circonvallazione in Viale Regione Siciliana. Unica tra gli assetti urbanistici delle aree metropolitane nazionali ma non solo (immaginate che effetto può avere, in chi non l’ha mai percorsa, un’autostrada che attraversa un grande centro abitato), dati Istat alla mano Viale Regione risulta essere tra le arterie più trafficate d’Italia, oltre che, chiaramente, tra le più pericolose per i pedoni. È stato per questo motivo che, a partire dal secondo decennio degli anni 2000, l’amministrazione comunale decise che ai sottopassi preesistenti era tempo di affiancare anche i sovrapassi: tre in tutto, ancora pochi per soddisfare l’utenza, spesso e volentieri pronta a rischiare la pelle nel corso di arditi attraversamenti delle ben 4 carreggiate che la compongono. 

COME UNA PIRAMIDE

Una scelta inevitabile, dovuta innanzitutto allo stato pietoso in cui, col passare degli anni, cominciarono a versare i sottopassi. Dedicato proprio a questi ultimi, il nostro reportage è però volto a dimostrare come, ancora una volta, l’omogeneità di trattamento vari a seconda della zona. È triste ammetterlo ma, visitare uno dopo l’altro i sottopassi di Viale Regione Siciliana, partendo da quelli ubicati a sud est fino a raggiungere quelli a nord ovest, è come ripercorrere una struttura piramidale. Una sorta di “Megaditta” di Fantozziana memoria, dove in un climax ascendente si passava  dall’Ufficio Impiegati Smarriti, in cui ci si arrabattava  tra scartoffie e seggiole claudicanti, alla sala tirata a lustro del Megadirettore galattico, le cui poltrone erano fatte in pelle umana. 

IL TUNNEL DEGLI ORRORI

Giocando ancora con titoli del “Grande Schermo”, partiamo proprio dai “Figli di un Dio Minore”, ovvero i residenti pronti ad usufruire del sottopasso all’altezza di via Altofonte. Lo spettacolo che si svela ai nostri occhi per poco non li fa lacrimare dalla vergogna. Pattume un po’ ovunque, anzi, tappeti di pattume, illuminazione inesistente, puzza di urina e, peggio di ogni altra cosa siringhe. Il massimo del degrado, proprio perchè quel luogo abbandonato diviene sito ideale per esseri umani in balia di se stessi. Grave, gravissimo starsene ancora con le mani nelle mani. 

UNA VERGOGNA DOPO L’ALTRA

Altro sottopasso, quello del Baby Luna: lo spettacolo non muta di una virgola, forse un po’ meno immondizia ma nulla di che. Le siringhe permangono, la puzza di urina e feci anche. Di luce neanche a parlarne, figurarsi di oggetti assolutamente indicati per questo genere di opere pubbliche quali telecamere di videosorveglianza. Sembra lo scenario post apocalittico di una città ormai abbandonata a se stessa, altro che Palermo dal respiro europeo. Anzi, se non si respira è anche meglio e, in questo caos, benedette siano le mascherine anti covid. 

UNO SPIRAGLIO DI LUCE IN FONDO AL TUNNEL

Piccoli spiragli di luce, ora ci vuole in fondo al tunnel  soltanto quando approdiamo nel sottopasso zona Villa Tasca. Almeno quì, seppur distrutto, il gabiotto di guardiania c’è. Quasi una velleità di volere fare le cose per bene, che però rimane tale considerata la sporcizia diffusa, comunque minore rispetto ai due precedenti. Qui nessun cartello stradale che indichi il sottopasso e luce fioca, forse troppo fioca per invogliare chicchessia ad utilizzarlo, soprattutto di sera e di notte. 

IL SOTTOPASSO DEL “MEGADIRETTORE GALATTICO”

Dicevamo degli uffici di Fantozzi. Ecco, come quelli pidocchiosi e cupi dei piani bassi, anche i sottopassi hanno i loro piani alti: basta raggiungere il tunnel altezza via Sardegna, per rendersi conto di essere vicini alla cosiddetta zona “Palermo bene”. Paradossalmente, visti i precedenti, c’è poco da rallegrarsi, anzi: “che immane tristezza!!”. Gabiotto, sorvegliante, telecamere di videosorveglianza, cestini. E se non vi basta le pareti sono anche abbellite da murales. In poche parole manca solo il tappeto rosso. Ma chissà che, dietro adeguata segnalazione, il Comune non ne disponga la stesura.

Peccato che, intanto, a qualche chilomettro di distanza, in direzione Catania, in qualche sottopasso di Viale Regione, si rifugi un tossicodipendente pronto a bucarsi o qualche malintenzionato pronto a colpire. La mamma con passeggino lo sa, così come l’anziano signore che, per evitare guai, preferiranno stare a casa piuttosto che attraversare una delle strade più trafficate e pericolose d’Italia. Ed è meglio evitare di parlare di disabilità, perché anche lì, ancora di più, proviamo vergogna per chi non ne prova. 

Reportage e montaggio video realizzati da Michele Sardo e Giusy Bottone

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