Spagna, Sanchez: «Covid come una comune influenza. Basta contare contagi»

La Spagna e la rivoluzione sul Covid: “È come un’influenza”. Basta contare i casi, e testare con tamponi ogni minimo sintomo. Stanno lavorando per cambiare tutto

epa09186702 Hundreds of people celebrate in the Passeig Lluis Companys of Barcelona, Spain, 08 May 2021. The state of alarm that was imposed six month ago due to the pandemic expires on 09 May 2021. EPA/Quique Garcia

Svolta in Spagna: c’è un piano per trattare il Covid come una comune influenza. Gli spagnoli sono i primi a cambiare la visione della pandemia: basta con la conta di contagi e ospedalizzazioni. “La tratteremo come un’influenza comune”. La pandemia sta cambiando, per questa ragione si cerca di cambiare il modo di vivere e convivere con il virus. È questa l’idea che circola in Spagna per voce del primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, che ha affermato come sia arrivato il momento di monitorare la pandemia in maniera diversa. «La Spagna mette a punto un sistema per monitorare il Covid come influenza comune», ha titolato il quotidiano El Pais. E Sanchez, in un’intervista alla radio Cadena Ser, ha affermato: «Abbiamo le condizioni per aprire, gradualmente e con cautela, il dibattito a livello tecnico ed europeo, per iniziare a valutare l’evoluzione di questa malattia con parametri diversi da quelli che abbiamo fino ad ora».

TRATTARE IL COVID COME UNA INFLUENZA

Sanchez ha spiegato: «I protocolli stanno diventando più permissivi, e anche le restrizioni. Perché la maggior parte di persone ormai hanno avuto contatti con virus e vaccini, che li stanno proteggendo dalle forme gravi della malattia». Il prossimo passo che ha in mente il governo spagnolo sarà quello di iniziare a curare le varianti del Covid in un modo più simile a quello che si fa con l’influenza. Si smetterà quindi di contare i casi e testare con tamponi ogni minimo sintomo. L’obiettivo è osservare il Covid come una qualsiasi altra malattia respiratoria. Le autorità sanitarie spagnole stanno lavorando da mesi a questa transizione per mettere a punto un piano per abbandonare gradualmente la sorveglianza universale del Covid e passare a quella chiamata “sentinella”, come quella utilizzata per anni contro l’influenza.

BASTA NUMERI DI CONTAGIATI, MA GRUPPI DI MEDICI “TESTIMONI”

Quindi, invece di denunciare ogni caso di Covid che viene rilevato nel Paese, cosa insostenibile nel lungo periodo, verrà scelto in modo strategico un gruppo di medici delle scuole primarie o dei centri sanitari, che, unito agli ospedali, faranno da testimoni. L’obiettivo sarà quello di creare un campione statisticamente significativo distribuito in punti chiave, come si fa con le indagini, che permetta di calcolare come si diffonde la malattia. Dalla più lieve e alla più grave. Non più, quindi, tramite un conteggio numerico dove sono inseriti tutti i casi ma un conteggio da cui vengano estrapolati i numeri più significativi. Scomparirebbe, quinti, la conta degli asintomatici e di chi non finisce in ospedale, per intenderci. Chiaramente il cambiamento non avverrà dall’oggi al domani. “Abbiamo impegni internazionali relativi alla notifica di tutti i casi“, spiegano, e i sistemi sentinella devono essere consolidati.