Nel testo finale del nuovo Dpcm annunciato ieri sera in conferenza stampa dal premier Conte, è sparito il riferimento ai sindaci per quanto riguarda la facoltà di chiudere strade e piazze alle 21 per evitare assembramenti . Può sembrare un “giallo”, ma c’è chi dice che potrebbe essere una conseguenza delle proteste dell’Anci e degli stessi primi cittadini, che ieri sera in coro hanno criticato la decisione del governo, accusandolo di aver scaricato la responsabilità di eventuali “coprifuoco” sui Comuni.
IL TESTO FINALE DEL DPCM
Infatti la bozza del decreto letta dallo stesso Conte in conferenza stampa, diceva: “I sindaci potranno disporre la chiusura al pubblico dopo le 21 di vie e piazze dove si creano assembramenti, consentendo l’accesso solo a chi deve raggiungere esercizi commerciali o abitazioni private”. Invece nella versione finale del testo pubblicata sul sito di Palazzo Chigi non si ritrova il riferimento ai primi cittadini. Nel testo approvato infatti si legge: “Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”. Quindi una formula più generica, che non chiarisce chi debba a questo punto disporre la chiusura.