Al Policlinico di Palermo da settimane stanno raccogliendo le candidature di volontari disponibili a farsi iniettare una dose del vaccino italiano ReiThera per testarlo. In Italia sono 26 i centri in cui sarà sperimentato il vaccino prodotto dall’azienda farmaceutica italiana. L’ente capofila è l’istituto Spallanzani di Roma. Ogni ospedale coinvolto deve raccogliere le adesioni e partire nel più breve tempo possibile con il test. Al Policlinico il via è previsto la prossima settimana, e le prime dosi sono già arrivate. Sono custodite in un frigorifero chiuso a chiave.
Il responsabile del progetto è il dottore Antonio Cascio, direttore di Malattie infettive del Policlinico, e, intervistato da Repubblica, parla di una notevole adesione di volontari. Il numero previsto dal progetto è stato raggiunto, ma continuano ad arrivare telefonate, anche da fuori Palermo. «Da lunedì inizieremo a chiamare chi si è fatto avanti ─ dice Cascio ─. Utilizzeremo un criterio cronologico per scegliere i volontari. Anche se una percentuale sarà individuata tra chi ha dichiarato di avere altre patologie perché è utile per la sperimentazione».
Dopo avere spiegato come si svolgerà il test, il responsabile del progetto parla delle motivazioni di chi si candida : «Una piccola parte, che stimo intorno al 20 per cento ─ dice ─ , si fa avanti per soldi, allettato dal compenso di 800 euro offerto per la sperimentazione. La maggioranza, invece, è composta da giovani che sanno che dovranno aspettare ancora a lungo per la puntura anti-covid e che vogliono così, accorciare i tempi». Ed aggiunge che il più giovane volontario ha 18 anni e il più anziano ne ha 64. Il 70 per cento ha tra i 20 e i 45 anni. Sono più uomini che donne. Molti sono figli di medici e infermieri. Tre hanno già scritto che devolveranno il compenso in beneficienza.
Ai volontari sarà fatto un tampone molecolare e un esame del sangue. Chi ha avuto il Covid o ha l’infezione in corso non potrà partecipare al test. I selezionati dovranno andare sette volte al Policlinico: l’ultima visita la faranno fra due anni. Saranno continuamente monitorati con contatti telefonici settimanali e il giorno dell’iniezione dovranno restare in ospedale per mezz’ora di osservazione. «Questa è la fase due della sperimentazione ─ aggiunge infine il dottore Cascio ─, Manca la terza, e poi, probabilmente a gennaio 2022, il vaccino potrà essere commercializzato. Sarà un grande contributo alla lotta contro il virus».