Trecentoquarantunomila euro: è questa la cifra che il Palermo dovrà corrispondere annualmente al Comune per la concessione dello stadio “Renzo Barbera”. Decade dunque il canone di “affitto agevolato” dell’impianto, che era stato concesso alla società rosanero durante il periodo di emergenza Covid, quando il club di Mirri versava nelle casse del Comune “solamente” la metà dell’importo, ovvero circa 172.000 euro. Di certo, qualsiasi sia la cifra, per il City Football Group non è un problema farsene carico. La riflessione però è più profonda, e riguarda lo stato pietoso in cui la struttura versa ormai già da anni.
Gli ultimi corposi interventi risalgono al lontanissimo 1990, e furono realizzati in occasione dei Mondiali. Facile comprendere, dunque, come a distanza di 33 anni lo stadio di Viale del Fante possa essersi ridotto. Ci si aspetterebbe a questo punto, visto l’importo non indifferente del canone, che le istituzioni intervengano per rimettere la struttura in sicurezza. Urgono infatti lavori strutturali: a partire dal rifacimento dei servizi igienici, che versano ormai in uno stato fatiscente. Per non parlare dell’acqua che filtra dalla tettoia della tribuna (unico settore coperto), o ancora delle scalinate pericolanti e dei seggiolini ormai ingialliti e usurati dal tempo.
Ci si auspica un po’ di buon senso da parte del Comune, chiamato a trovare i fondi per intervenire in maniera tempestiva. In mancanza di questi, l’unica alternativa concreta, sarebbe affidare al City Group una concessione a lunghissima scadenza o la vendita dello stesso impianto, in modo da poter ridare decoro ad uno stadio, ad una città, ad una dirigenza e ad un pubblico che meritano una struttura all’altezza dei loro sogni.
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