Stangata sigarette 2025, dal 1° gennaio ti costeranno una fortuna: comunicati i nuovi prezzi | Hanno aggiunto una tassa

Stangata sigarette - fonte pexels - palermolive.it

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Tempi difficili per i fumatori che vedranno lievitare il prezzo delle sigarette a partire dal 2025

Il prezzo di vendita al pubblico dei tabacchi lavorati è determinato, con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sulla base dei prezzi richiesti dai produttori o importatori, e sempre con provvedimento i prezzi di vendita al pubblico dei tabacchi lavorati sono inseriti nelle tabelle di ripartizione, divise per tipologia di prodotti, che evidenziano le singole voci di cui si compone il prezzo, ossia: Accisa, IVA, Aggio, Quota al fornitore. Tutte le categorie sono assoggettate all’IVA, nella misura del 22% del prezzo di vendita al pubblico, al netto dell’IVA stessa, all’aggio spettante al rivenditore al dettaglio (tabaccaio), pari al 10% del prezzo di vendita al pubblico.

Il compenso del produttore, su cui gravano anche le spese di distribuzione, è dato dalla differenza fra il prezzo di vendita al pubblico e gli importi risultanti da accisa, IVA e aggio. L’accisa varia in relazione alla categoria di prodotto, come di seguito specificato. In Italia, il costo medio di un pacchetto di sigarette, pari a circa 5-6 euro, è tra i più bassi in Europa, rendendo il fumo un’abitudine più accessibile rispetto ad altri Paesi dove i prezzi superano i 12-15 euro. Come dimostrato da ricerche e dall’esperienza di altri Stati, l’incremento sostanziale del prezzo del tabacco non solo diminuisce il numero di fumatori, ma migliora anche il livello generale di salute della popolazione, aumentando al contempo le entrate fiscali.

Le patologie legate al fumo, che comprendono oltre 27 malattie tra cui molti tipi di cancro e disturbi cardiovascolari, rappresentano un pesante fardello per il sistema sanitario, contribuendo al 6% delle ospedalizzazioni nazionali. Contrariamente a quanto sostenuto dall’industria del tabacco, non esistono evidenze che collegano l’aumento delle accise a un’espansione significativa del mercato nero. La proposta di portare il costo di un pacchetto a 10 euro, sostenuta dal 62% degli italiani, mira a contrastare la diffusione del fumo e a ridurre l’impatto economico delle malattie fumo-correlate, offrendo una soluzione concreta alle carenze strutturali del sistema sanitario.

La campagna #SOStenereSSN, promossa da organizzazioni come Fondazione Veronesi e AIRC, sottolinea l’importanza di un rialzo significativo del prezzo delle sigarette per finanziare il Servizio Sanitario Nazionale e rafforzare le risorse per chi vuole smettere di fumare, attualmente tra le più scarse in Europa. L’abitudine al fumo comporta in una prima fase la comparsa di malattie infiammatorie polmonari come la bronchite cronica, che con il tempo possono evolvere in patologie più serie quali: cancro al polmone, enfisema polmonare, e fibrosi polmonare. Enfisema e fibrosi polmonare, che possono presentarsi anche insieme, possono determinare quadri di insufficienza respiratoria anche molto gravi.

Gli Aumenti Previsti per il 2025: Una Crescita Contenuta?

La Legge di Bilancio 2024 ha già previsto un incremento del costo delle sigarette per il 2025. Al momento, l’aumento stabilito riguarda una crescita di 20 centesimi ogni 1.000 sigarette, che inciderà meno di 10 centesimi su ogni pacchetto. Questo incremento sarebbe percepito come trascurabile dai consumatori abituali, specialmente in confronto ai rincari degli anni precedenti. Tuttavia, non si esclude che ulteriori variazioni possano essere introdotte con la nuova manovra, rendendo il quadro più incerto.

Una delle novità più controverse riguarda la proposta dell’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) di introdurre una tassa di scopo, con l’obiettivo di finanziare il Servizio Sanitario Nazionale e disincentivare il consumo di tabacco. Questa misura, se approvata, comporterebbe un aumento di 5 euro a pacchetto, portando il costo delle sigarette oltre i 10 euro. L’impatto sarebbe significativo sia sul consumo che sul gettito fiscale, con stime che prevedono una riduzione delle vendite fino al 20% e un potenziale ricavo di 13,8 miliardi di euro per la sanità pubblica.

Stangata sigarette - fonte pexels - palermolive.it
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Una Legge di Bilancio decisiva

Al momento, il testo della Legge di Bilancio 2025 non include la tassa di scopo, ma l’iter parlamentare potrebbe cambiare le carte in tavola. La vicepresidente del Senato ha annunciato la possibilità di proporre emendamenti per inserirla durante il passaggio al Senato. Questo elemento sarà decisivo per determinare l’entità dei rincari effettivi. I fumatori italiani potrebbero dunque trovarsi di fronte a scenari molto diversi, a seconda degli sviluppi nelle prossime settimane.

Se la tassa di scopo venisse approvata, il raddoppio del costo delle sigarette renderebbe il fumo un lusso per molti, incentivando potenzialmente il calo del consumo. Tuttavia, se non fosse approvata, i rincari previsti resterebbero modesti, confermando una tendenza graduale al rialzo piuttosto che un’impennata drastica. La questione resta aperta e strettamente legata alle decisioni politiche e all’accoglienza delle proposte di modifica in Parlamento.