Stop alla TARI, la nuova tassa rifiuti manda in tilt: attenzione all’errore o butti via una marea di soldi
L’imposta sui rifiuti cambia ma la novità ha confuso gli utenti e ora non sanno più cosa fare. Non sbagliare o vieni pesantemente salassato.
L’inizio del nuovo anno non poteva essere definito tale senza una novità in materia di tasse. Da adesso, l’imposta sui rifiuti cambia e già in molti si sono detti confusi.
La TARI è la tassa sulla spazzatura più usata nel nostro paese, ma già dall’anno scorso alcuni Comuni l’avevano depennata per far posto ad un’altra imposta.
Con l’arrivo del 2025, altri Comuni hanno deciso di seguire l’esempio dei precedenti e hanno detto addio alla TARI per dare il benvenuto alla nuova tassa.
Questo cambiamento, però, ha mandato in tilt la maggior parte delle persone che adesso non sa più come comportarsi in materia di immondizia.
La tassa ‘green’
Da qualche anno a questa parte, si fa la raccolta differenziata per poter riciclare più materiale possibile ed evitare gli sprechi. L’attenzione per l’ambiente e la volontà di avere un futuro più green hanno portato al riciclaggio della spazzatura e a punizioni severe per chi non rispetta questa ormai non tanto più recente norma.
Per monitorare la raccolta differenziata dei cittadini, il Governo ha varato una tassa che dev’essere pagata dai fruitori dei bidoni dell’immondizia per fare la raccolta differenziata e smistare i rifiuti. Si tratta della ben nota TARI che, però, adesso sta vedendo una sua fine perché alcuni Comuni hanno optato per un altro rimedio.
Occhio all’errore comune che ti salassa
La somma della TARI da pagare è calcolata in base al numero degli abitanti dell’immobile e alla sua superficie. Tuttavia, si tratta di un calcolo non troppo preciso sull’effettiva quantità di spazzatura prodotta dal singolo individuo e quindi si è pensata un’altra soluzione. Dal 2024, con un aumento dei Comuni da quest’anno, abbiamo visto la TARI scalzata da un’altra imposta sui rifiuti. Stiamo parlando della TCP (Tariffa Corrispettiva Puntuale), la nuova tassa sulla spazzatura che calcola la somma da pagare in base alla quantità dei rifiuti indifferenziati che una persona produce. In questo modo, i cittadini più diligenti avranno una tassa inferiore rispetto a chi non riesce proprio a non accumulare troppi rifiuti indifferenziati.
Per calcolare la quantità di rifiuti indifferenziati prodotti da una persona si contano le volte in cui viene utilizzata la chiave elettronica per aprire i cassonetti dell’indifferenziata o l’esposizione del secchio dell’indifferenziata per le città dove c’è ancora la raccolta porta a porta. In bolletta leggerai la voce ‘quota variabile di base’, ovvero la quantità minima per i rifiuti indifferenziati. Se la superi, ci sarà un’altra voce in bolletta: ‘quota aggiuntiva’, che ti fa pagare di più. Quindi non commettere l’errore di produrre troppa indifferenziata, altrimenti subisci un vero e proprio salasso. Per il momento, i Comuni che hanno adottato la TCP al posto della TARI sono quelli che si trovano in Emilia-Romagna.