“Stop alle armi e alle speculazioni, s’investa su educazione e sanità”, l’arcivescovo Romeo al convegno in favore della pace
Ieri il convegno all’Albergo delle Povere di Palermo dal titolo “L’Italia ripudia la guerra. La pace come principio educativo”
“Continuiamo a riempire i nostri magazzini di armi come se fossero sigarette da fumare. Sono milioni di euro sottratti all’educazione, alla sanità pubblica eppure sembra non importare a nessuno. Mai si parla di riduzione degli armamenti, al contrario si specula sostenendo che se non si investe sulle armi è a rischio la nostra sicurezza nazionale. Non è vero!”. Così l’arcivescovo emerito di Palermo Paolo Romeo è intervenuto ieri pomeriggio durante il convegno dal titolo “L’Italia ripudia la guerra. La pace come principio educativo, una risposta concreta all’orrore della guerra”, organizzato dall’Associazione Europea delle Ricerche Giuridiche Economiche Mediche Ambientali e Sociali, dall’Istituto di Studi Europei “Alcide De Gasperi” e dall’Università telematica “Giustino Fortunato”.
L’evento si è svolto nella Sala delle Conferenze del Real Albergo delle Povere con il patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana, della Regione Siciliana, del Comune e della Città Metropolitana di Palermo.
Romeo: “Se non vogliamo la guerra dobbiamo amare come Gesù Cristo”
Laici e credenti si sono confrontati in una giornata di studi in cui si è riflettuto sui valori della pace in un momento di grande instabilità e di tensione sul fronte della guerra in Ucraina e in Medio Oriente per costruire valide alternative alle disuguaglianze.
“C’è una pace a portata di mano ed è quella familiare, poi ce n’è una che dipende in parte da noi ed è quella sociale e anche qui siamo andati indietro. La violenza nelle nostre strade è sotto gli occhi di tutti”, ha aggiunto Romeo. Quest’ultimo ha ricordato l’importanza della “conversione del cuore. Se non vogliamo la guerra dobbiamo amare come Gesù Cristo. Dobbiamo essere portatori di pace, costruttori di pace. Viviamo con trepidazione quello che sta accadendo in Ucraina, in Medio Oriente e in tanti altri posti del mondo afflitti dalla guerra. Il demonio sembra divertirsi delle passioni degli uomini. Una tra tutte il guadagno, l’arricchimento personale”.
Romeo ha concluso lanciando un messaggio di speranza e citando Padre Pino Puglisi: “Sono fermamente convinto che se ognuno fa qualcosa, nel suo piccolo, si può davvero fare molto”.
“Palermo è un esempio”
Il convegno, a cui hanno partecipato autorità istituzionali, è stato introdotto dal coro della Polizia municipale di Palermo che ha concluso la sua esibizione con l’inno di Mameli. Ad aprire i lavori è stato Giuseppe Acocella, rettore dell’Università degli Studi “Giustino Fortunato” Telematica Benevento, che ha sottolineato come “la pace sia il conseguimento di giustizia sociale. Il diritto umanitario universale è un baluardo ma si è infranto. I crimini di guerra devono essere perseguiti. Non dobbiamo rinunciare a questa necessità. Auspichiamo una pace universale e la fiducia nei tribunali che condannano i crimini di guerra”.
A moderare i lavori Antonio Sabbatella, presidente degli Studi Europei “Alcide De Gasperi”. Sabbatella ha spiegato l’importanza del ruolo della città di Palermo: “Palermo è un esempio. In questa città possiamo realmente capire come la pace si costruisca giorno dopo giorno grazie all’interculturalità, all’accoglienza. Sono valori fondamentali a cui dobbiamo aspirare. Cercare la pace significa cercare la conoscenza delle opinioni altrui, del dialogo”.
Gianni Cara, presidente dell’Università della Pace dell’Onu non ha esitato a definire “il mondo in serio pericolo. Non si era mai vista una cosa simile da più di cinquant’anni”. A preoccupare è “l’alta instabilità che si è espressa nei sistemi internazionali e in vari conflitti regionali. La guerra in Ucraina rappresenta una crisi globale e regionale, la corsa agli armamenti è forte e tutte le risorse stanziate per arginare i cambiamenti climatici vengono drasticamente ridotte e destinate alle spese militari”, ha detto Cara. Che ha evidenziato come “in questo scenario proliferino sempre più le forze illegali e le organizzazioni criminali organizzate. Con la guerra in Europa siamo tutti coinvolti. È fondamentale raggiungere il cessate il fuoco ed è necessario ricostruire un dialogo globale”.
Tra i tanti interventi che si sono susseguiti nel pomeriggio, l’arcivescovo emerito di Monreale, monsignor Michele Pennisi, ha analizzato un’opera di Don Luigi Sturzo ricordando quanto “sia attuale il suo pensiero. Occorrono – ha detto – istituzioni mondiali per costruire strategie comuni. Non si può pensare ad una società perfetta ma perfettibile. Dobbiamo impegnarci tutti per rendere possibile ciò che è necessario”.
L’evento si è concluso con la celebrazione della messa dedicata a Santa Lucia nella chiesa di Santa Maria della Purificazione.
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