Tiene banco, in questo periodo caratterizzato dalla fase 3, e dunque dall’ulteriore allentamento delle restrizioni anti covid-19, la questione legata alle processioni religiose. Dopo avere ascoltato con attenzione il parere di Padre Paolo Turturro, Palermo Live dà voce a Padre Carmelo Torcivia della Chiesa “S.Maria della Catena”, e a Don Diego Broccolo della “Parocchia Gesù Maria Giuseppe” sita nel quartiere Resuttana.
UN SACRIFICIO CHE DARA’ I SUOI FRUTTI
“Ci rendiamo tutti conto che la questione è molto delicata – afferma Padre Torcivia – . Chiaramente il motivo del non dare il permesso alle processioni è essenzialmente prudenziale. Di certo, non vogliamo, come Chiesa, assumerci la responsabilità, un domani, di provocare ulteriori focolai per assembramento di persone. Il dispiacere non è grande bensì enorme, perchè i primi a tenere alle processioni e ai riti religiosi siamo noi uomini di Chiesa. Per i fedeli le suddette funzioni assumono una grande importanza, ne siamo chiaramente ben consapevoli. Ciò che auspichiamo, come comunità religiosa, è che i sacrifici chiesti oggi possano significare, speriamo il prima possibile, un ritorno alla normalità. Sparendo il virus potremo finalmente riavvicinarci e vivere la Chiesa come sempre fatto”.
“Parocchia Gesù Maria Giuseppe” sita nel quartiere Resuttana
DON DIEGO E’ DELLO STESSO PARERE
“Avrei aspettato, in merito, il consiglio dei Vescovi siciliani. Il momento che viviamo non è per nitente facile, per cui reputo importante attenersi scrupolosamente alle regole. Già il fatto di avere ottenuto, nonostante le restrizioni, la possibilità di andare a messa, per i fedeli è stata una grande conquista. Le processioni invece – precisa Don Diego Broccolo a Palermo Live -, pur essendo una dimostrazione altrettanto importante di fede, per quanto mi riguarda trovo giusto posticiparle a tempi migliori. Sarà la stessa curva del contagio, si spera sempre più bassa, a dire se è tempo o meno di riprendere a organizzarle. E poi, ricordiamo che, al di là delle processioni, celebrando l’eucarestia già si ha tutto. Dove si celebra l’eucarestia, alla presenza del Vescovo e dei fedeli si ha già la Chiesa.”
L’ASSIST DEL VIRUS A SANTA ROSALIA: PER UNA VOLTA IL SILENZIO DELLA PREGHIERA AL FRAGORE DELLA FOLLA
Il pensiero di Padre Broccolo va anche a Santa Rosalia, e a quel fastoso festino che, causa coronavirus, dopo 396 anni potrebbe slittare da luglio a settembre e comunque celebrato in tono minore. “Indipendentemente che si faccia o no il festino, Santa Rosalia verrà festeggiata nella cattedrale tramite le celebrazioni liturgiche. Anzi, nella particolare contingenza che stiamo vivendo – sottolinea Don Diego Broccolo -, la stessa assenza dei giochi pirotecnici potrebbe essere considerata come un segno profetico. La Chiesa palermitana, assieme ai palermitani stessi, comprendono infatti che, la particolarità del momento consiglia di evitare assembramenti; dunque, per una volta, il fatto che si metta da parte il folklore non deve angustiare più di tanto. Anzi, questa potrebbe essere l’occasione giusta per ritornare al vero significato per cui si festeggia la nostra Patrona, legato agli impegni per la famiglia, a quelli per la carità e per l’amore fraterno. Che poi – continua Don Diego -, in fondo è questa la vera festa che vuole Santa Rosalia, legata essenzialmente ai valori dai quali è stata impregnata la sua stessa vita. Penso davvero che la Santuzza sarà ancora più felice se il palermitano metterà al centro di tutto Cristo. Ricordiamo sempre che Rosalia, seppur grata al popolo per il festino in suo onore, ai fragori della folla preferisce il silenzio della preghiera. Prova ne sia la scelta dell’eremitaggio, prima alla Quisquina e poi sul Monte Pellegrino. Santa Rosalia – conclude il parroco – vuole il silenzio, il rispetto, il no alla mafia, il no a tutte quelle situazioni crescenti di ingiustizie e microcriminalità, il no alle false ideologie, così come alle persone che ancora oggi si illudono di vivere un presente senza un passato e senza neanche un futuro.”
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