Strage di Casteldaccia, altri due indagati: sono accusati di omicidio colposo

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Proseguono le indagini sulla strage di Casteldaccia costata la vita a cinque persone mentre stavano lavorando a un impianto fognario. Altre due persone sono state inserite nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime. Si tratta di Gaetano Rotolo, direttore dei lavori del cantiere e responsabile della sicurezza di Amap, la municipalizzata che aveva appaltato la manutenzione delle fognature a Tek che a sua volta aveva subappaltato alla Quadrifoglio Group, e l’amministratore unico di Tek, Giovanni Anselmo.

Questi due nomi si vanno ad aggiungere a quello di Nicolò Di Salvo, il titolare della Quadrifoglio. I primi accertamenti hanno rivelato che le vittime non sarebbero dovute scendere all’interno dell’impianto e che non indossavano le protezioni.

L’ultimo saluto a Giuseppe La Barbera

La divisa dell’Amap sulla bara, i colleghi stretti attorno e la disperazione dei genitori. L’intero quartiere di Ballarò si ferma per l’ultimo saluto a Giuseppe La Barbera, l’operaio Amap di 28 anni morto nella strage di Casteldaccia lunedì scorso.

La salma viene trasportata in spalla dai colleghi, dal negozio di bombole dei genitori, dove Giuseppe aveva anche lavorato per un periodo, fino in chiesa. Sono in tantissimi ad affollare la Piazza del Carmine, nel cuore pulsante del quartiere, cercando di farsi spazio tra la gente. All’interno della chiesa, nella prima panca, i genitori di Giuseppe, la nonna, le sorelle e la moglie, con in braccio il figlio più piccolo di un anno appena. Presente anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla e l’Assessore Giuliano Forzinetti. “L’abbiamo visto crescere tutti qui, l’abbiamo tenuto in braccio quando era piccolo. Era felicissimo di aver trovato questo lavoro! ‘Mi sono sistemato’, ci diceva. Una famiglia stupenda, un ragazzo dal cuore d’oro”, dicono a microfoni spenti amici e familiari, distrutti da dolore. “Una morte rubata. Non si può morire così a 28 anni, non per portare un pezzo di pane a casa”.

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