Torna in vita la penna stilografica di Giovanni Falcone, la stessa con cui scrisse il verbale dell’interrogatorio di Tommaso Buscetta e che aveva con sé, nel taschino della giacca, quel 23 maggio 1992. Il carico di tritolo spezzò la stilografica del magistrato, una Pelikan Toledo M900. I frammenti vennero poi consegnati al nipote Vincenzo Di Fresco, figlio di Maria Falcone, insieme ad altri effetti personali. Oggi, 32 anni dopo la strage, la stilografica è stata restaurata ed è esposta esposta nel Museo del Presente, inaugurato questa mattina a Palazzo Jung, a Palermo.
Insieme alla penna, anche le agende e la toga di Giovanni Falcone o ancora la biciletta di Paolo Borsellino, insieme ai tanti volti delle vittime di mafia impresso sulle mura blu del museo, accostate i basso alle figure più piccole, “i nanetti”, dei boss di Cosa Nostra.