Strage di Capaci, ore 17:58: il minuto di silenzio davanti all’albero Falcone
Nella ricorrenza del 28° anniversario della strage di Capaci, una piccola folla di persone si è riunita nei pressi di quello che è stato ribattezzato come albero Falcone.
Improvvisamente, l’inferno. In un caldo sabato di maggio, alle 17:58, un’esplosione squarcia l’autostrada che collega l’aeroporto di Punta Raisi a Palermo, nei pressi dell’uscita per Capaci: 5 quintali di tritolo distruggono cento metri di asfalto e fanno letteralmente balzare in aria le auto blindate. Muore Giovanni Falcone, magistrato simbolo della lotta antimafia. È il 23 maggio 1992.
GIORNATA NAZIONALE DELLA LEGALITA’
Quella che ricorre oggi è, senza ombra di dubbio, una Giornata nazionale della legalità molto particolare: niente manifestazioni nelle piazze e nelle strade del Paese, niente sbarco della Nave della legalità al porto di Palermo, tutto quello che poteva essere d’ostacolo alla lotta al Coronavirus è stato, giustamente, vietato.
Eppure, nel giorno che commemora la tragica morte di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli uomini della sua scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, qualcosa si è mosso ugualmente: all’orario esatto in cui esplose la bomba a Capaci, è stato osservato un minuto di silenzio davanti all’albero Falcone, in via Notarbartolo a Palermo.
I NOMI DELLE VITTIME SONO STATI LETTI DA ALCUNI RAPPRESENTATI DI CATEGORIE LAVORATIVE…
I ragazzi della Fondazione Falcone hanno tenuto a ringraziare tutti coloro i quali hanno lavorato in questi due mesi di lockdown. Per questi motivo, a leggere i nomi delle 11 vittime delle due stragi del ’92 sono state persone in rappresentanza di altrettante categorie lavorative, che in questi mesi sono stati particolarmente a rischio e ci hanno permesso di vivere serenamente nelle nostre case, come: commessi di supermercati, medici, infermieri, forze dell’ordine… Un lungo applauso ha accompagnato i nomi di ogni vittima.
ORLANDO: «GRAZIE A CHI HA DEDICATO LA PROPRIA VITA PER LIBERARE PALERMO DALLA MAFIA»
Orlando: «Oggi noi facciamo memoria, non soltanto ricordo, ma partecipiamo per esprimere gratitudine ed apprezzamento nei confronti di chi ha dedicato e dato la vita per liberare Palermo dalla Mafia. La mia più grande ammirazione. – continua il primo cittadino – Missione compiuta, non completata però, spetta a noi completarla. La mafia governava a Palermo, oggi la mafia c’è, – sottolinea – purtroppo c’è ancora, ma non governa certamente la città di Palermo. Siamo in dovere di evitare che si possa ricomporre un blocco sociale che porti nuovamente la mafia ad avere contatti con lo Stato».
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