Strage di Roma: «Salvate i miei figli, vi prego», urlava il papà

L’assassino ha usato una pistola appartenuta al suo papà, una guardia giurata, e alla sua morte non è stata denunciata

L’arma utilizzata da Andrea Pignani, 34 anni, l’ingegnere informatico che ieri mattina ad Ardea ha ucciso Daniel e David, due fratellini di 5 e 8 anni, e un uomo di 84 anni è una Beretta calibro 7,65. I bambini stavano giocando in strada quando sono stati colpiti al petto e alla gola. L’anziano, invece, passava in sella alla sua bici. Un quarto uomo che era nei paraggi, ha evitato miracolosamente la morte. L’assassino si è poi suicidato. La pistola apparteneva al papà dell’assassino, una guardia giurata, e alla sua morte non è stata denunciata. Pignani, a detta di quanti lo conoscevano, normale non lo era poi tanto. Era uno che, in passato, aveva già dato modo di mostrare sintomi della sua follia. Uno che, ieri mattina, aveva una pistola tra le mani, nonostante in passato si fosse già reso protagonista di episodi aggressivi. Lo faceva spesso, dicono gli abitanti del comprensorio a due passi dal mare. Qualcuno dovrà spiegare perché nessuno lo ha fermato

LA DISPERAZIONE E LA RABBIA DEL PADRE DEI DUE BIMBI MORTI

«Salvatemi i miei figli, vi prego, non posso credere a quello che vedo». È questo il grido di rabbia e di disperazione di Domenico Fusinato, il papà dei due fratellini di 5 e 10 anni, David e Daniel, uccisi nella sparatoria avvenuta ieri mattina ad Ardea. L’uomo, agli arresti domiciliari, quando ha sentito gli spari è uscito dall’abitazione, ed ha visto i figli a terra Ha cercato di soccorrerli, e poi li ha affidati alle cure del personale medico 118 intervenuto sul posto con due ambulanze e due elicotteri. Distesi per terra, ai due bimbi sono stati fatti massaggi cardiaci per più di 40 minuti. Il padre che pregava, urlava e inveiva il suo dolore contro le forze dell’ordine: «A me per un po’ di droga mi tengono ai domiciliari e questo con la pistola nessuno lo controllava, e guardate cosa ha fatto».

«I SOCCORSI HANNO TARDATO»

«Sono morti stringendo la mano del padre». Lo ha raccontato Sonia di Gennaro, la nonna materna dei due bambini uccisi. «L’ambulanza è arrivata troppo tardi, ci ha messo mezz’ora ─ ha aggiunto la donna ─. Erano due bambini educati e rispettosi. Daniel, il più grande, aveva solo 9 e 10 in pagella. Ieri era venuto a casa mia e stava andando via senza salutarmi. Invece è tornato indietro e mi ha voluto dare un bacetto».