Strage di via D’Amelio, nessuna condanna per depistaggio, Maria Falcone: “Amarezza per verità negata”

Il commento della sorella di Giovanni Falcone a margine della sentenza del tribunale di Caltanissetta: prescritte le accuse contestate a due dei tre poliziotti imputati, assolto il terzo

Il tribunale di Caltanissetta ha dichiarato prescritte le accuse contestate a Mario Bo e Fabrizio Mattei, poliziotti accusati nell’ambito del processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio. I due erano a processo per calunnia aggravata dall’aver favorito la mafia, ma il decadimento di quest’ultima circostanza ha determinato la prescrizione del reato di calunnia. Assolto invece il terzo poliziotto imputato, Michele Ribaudo. 

STRAGE DI VIA D’AMELIO, IL PROCESSO SUL DEPISTAGGIO

I tre imputati facevano parte del pool incaricato delle indagini sulle stragi del ’92. Secondo l’accusa, con la regia del loro capo, l’ormai defunto Arnaldo La Barbera, avrebbero creato dei falsi pentiti, quali Vincenzo Scarantino, Salvatore Candura e Francesco Andriotta. Li avrebbero costretti a mentire e ad accusare della strage gente in realtà innocente.

Il tutto, secondo i pm, per proteggere i veri colpevoli e coprire le responsabilità dei clan mafiosi di Brancaccio. Da qui l’aggravante di aver favorito Cosa nostra.

Il processo è iniziato nel novembre 2018 e ha visto un centinaio di udienze. L’accusa, rappresentata dai pm Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso, aveva chiesto la condanna a 11 anni e 10 mesi di carcere per Mario Bo e a 9 anni e 6 mesi ciascuno per Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo.

“LA PRESCRIZIONE LI SALVA, MA LA CALUNNIA RIMANE”

I figli del giudice Borsellino, Fiammetta, Lucia e Manfredi, si sono costituiti parte civile. Come loro anche il fratello del magistrato, Salvatore Borsellino, i figli della sorella Rita, i familiari degli agenti di scorta e gli innocenti scagionati dopo il processo di revisione.

“Aspetteremo di leggere le motivazioni per capire eventualmente quali sono gli aspetti che potranno costituire motivi d’appello”. Così ha commentato il legale dei figli di Paolo Borsellino, l’avvocato Fabio Trizzino. “Il Tribunale non ha accolto la nostra ricostruzione specie all’aggravante. Il dato che vorrei evidenziare è che il dottore Bo e l’ispettore Mattei hanno commesso la calunnia. La prescrizione li salva perché i fatti sono risalenti a quasi trent’anni fa, ma l’elemento della calunnia rimane“.

STRAGE DI VIA D’AMELIO, FALCONE: “VERITÀ NEGATA”

A commentare la sentenza anche Maria Falcone, sorella di Giovanni. “Premesso che tutte le sentenze vanno rispettate e che, soprattutto in casi così complessi, è fondamentale leggere le motivazioni, come sorella di Giovanni Falcone e come cittadina italiana, provo una forte amarezza perché ancora una volta ci è stata negata la verità piena su uno dei fatti più inquietanti della storia della Repubblica“.

La prescrizione è sempre una sconfitta per la giustizia che, specie in processi tanto delicati, evidentemente non è riuscita ad agire con la celerità che avrebbe dovuto avere”. Così ha aggiunto Maria Falcone. “Dal dispositivo, che asserisce l’esistenza del depistaggio e la responsabilità di due dei tre imputati, emerge comunque la conferma dell’impianto della Procura di Caltanissetta che, con un lavoro coraggioso e scrupoloso, ha fatto luce su anni di trame e inquinamenti investigativi”.

“Questa sentenza – conclude – arriva a una settimana dal trentesimo anniversario della strage di Via D’Amelio che ancora una volta vedrà i familiari di Paolo Borsellino, ai quali esprimo tutta la mia vicinanza, in attesa della verità”.

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