Strage Texas: dubbi, polemiche e rabbia per i ritardi della polizia

Il motivo della rabbia è che secondo le ricostruzioni ufficiali, gli agenti hanno impiegato quasi un’ora prima di intervenire per fermare l’autore della sparatoria

È la rabbia il sentimento che prevale in queste ore tra i genitori dei 19 bambini morti e degli altri rimasti feriti nella strage compiuta martedì da Salvador Ramos nella Robb Elementary School di Uvalde, in Texas. Dopo il dolore e l’indignazione adesso accusano la polizia di avere agito con ritardo ed impreparazione. Perché, a distanza di alcuni giorni dall’eccidio compiuto dallo studente 18enne,    quello che emerge è il troppo tempo trascorso dall’inizio del massacro, all’intervento decisivo. Ma anche  l’inesperienza dimostrata dagli agenti. In particolare, come emerso da diverse testimonianze delle persone che si erano raccolte fuori dalla scuola elementare dove Ramos stava compiendo la strage armato di un fucile AR-15, hanno sottolineato come gli agenti abbiano ritardato l’ingresso.

LA RABBIA: «GLI AGENTI AVREBBERO POTUTO FARE DI PIÙ, ED ERANO IMPREPARATI»

In tanti hanno raccontato che quando i poliziotti sono arrivati, diverse donne che erano davanti la scuola avrebbero gridato: “Entrate, entrate“. Ma secondo gli stessi testimoni, gli agenti non sono entrati, facendo trascorrere dai 40 ai 60 minuti prima dell’intervento. Tutto il contrario rispetto a quanto previsto dal protocollo imposto nel 1999 dopo la strage di Columbine. Il papà di una delle 19 piccole vittime, ha detto che quando si è precipitato a scuola ha trovato gli agenti che si raccoglievano davanti all’edificio. In preda alla rabbia per il fatto che la polizia non stesse intervenendo, ha raccontato ai media americani di aver avere insistito per entrare lui stesso insieme ad alcuni presenti. «Entriamo perché gli agenti non stanno facendo niente di quello che dovrebbero». E poi ha anche aggiunto che gli agenti “avrebbero potuto fare di più” e che “erano impreparati”.

UN TESTIMONE: «PROBLEMI A SFONDARE LA PORTA»

Questa ricostruzione è stata smentita dal direttore del dipartimento di pubblica sicurezza del Texas. Ha rimarcato invece che le forze dell’ordine hanno immediatamente “affrontato” il killer e lo hanno trattenuto all’interno dell’aula chiusa a chiave. Ma una fonte delle forze dell’ordine vicina alle indagini, che ha parlato a condizione di mantenere l’anonimato, ha sottolineato che in realtà gli agenti della Border Patrol intervenuti nella sparatoria hanno avuto problemi a sfondare la porta dell’aula in cui si trovava Ramos. Al punto che hanno dovuto  chiamare un membro dello staff per farsi aprire la porta con una chiave.