Giornata di commemorazione a Palermo, a trentadue anni dalla strage di via D’Amelio dove persero la vita il giudice Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. In questi anni, però, non si è riusciti a fare piena luce su quanto successo. “Un attentato che ha sconvolto Palermo e l’intero Paese – ha dichiarato il sindaco del capoluogo siciliano Lagalla – e che ha rappresentato l’apice della sfida della mafia alle Istituzioni. Da quel giorno, è partita una forte e convinta risposta dello Stato e dei cittadini e quel sacrificio, così come quello del giudice Giovanni Falcone, ucciso 57 giorni prima, si è trasformato in simbolo di affermazione della legalità.
Ricerca di piena verità: “Capi e assassini di cosa nostra sono stati arrestati ma – continua il primo cittadino -, come ha ricordato oggi anche il Capo dello Stato Mattarella, la ricerca della piena verità su circostanze e mandanti dell’attentato è ostacolata da depistaggi. Qui il mio pensiero va ai figli del giudice Borsellino, che proseguono la loro battaglia per fare luce sulla morte del padre, e ai familiari delle vittime di via D’Amelio. È a loro e alla società civile che si deve una completa e veritiera ricostruzione dei fatti”.