Il commissario Arcuri, e la strana distribuzione del vaccino fra le regioni

I criteri di distribuzione di Palazzo Chigi: i lombardi otterranno
in proporzione solo la metà delle fiale di vaccino che andranno a chi vive a Roma e dintorni. Penalizzati anche abruzzesi e toscani

Italy's COVID emergency commissioner Domenico Arcuri leaves at the end of the coordination meeting between the Government and the Regions about the anti-Covid measures, in Rome, Italy, 17 october 2020. The COVID-19 pandemic is in an "acute phase" in Italy, according to the latest weekly monitoring report of the coronavirus by the Higher Health Institute (ISS) and the health ministry. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Non si conoscono i criteri che hanno ispirato il commissario Arcuri ed il suo staff, quando è stato stilato il piano della profilassi anti Covid in Italia, cioè i criteri previsti nella distribuzione del vaccino fra le regioni italiane. Guardando i numeri, saltano fuori situazioni che a prima vista appaiono inspiegabili. Probabilmente l’esecutivo avrà le sue motivazioni , ma se così fosse, avrebbe fatto bene a fornirle, perché per come stanno le cose, parrebbe che si sia proceduto un po’ a casaccio.

I NUMERI

Guardando i numeri, esce fuori che La Lombardia, con 10 milioni di abitanti, avrà meno vaccino del Lazio, che di abitanti ne ha 5,8 milioni, poco più della metà. Ai padani infatti sono destinate 308mila dosi, mentre nella regione Lazio 356mila. Ma non è solo questa la situazione inspiegabile. Nella provincia di Bolzano, per esempio, che ha 520mila abitanti, verranno distribuite 26mila fiale di vaccino, la metà delle 52mila che andranno invece alla Toscana, con 3,73 milioni di abitanti, ben 6 volte in più. Invece in Emilia, dove vivono 4,4 milioni di persone, di dosi ne arriveranno 177mila, più del doppio.

DISTRIBUZIONE INCOMPRENSIBILE

Volendo continuare, si trova che la Liguria, pur avendo un terzo degli abitanti della Toscana, riceverà 20 mila fiale in più. Altro caso strano. La Puglia, che ha circa 4 milioni di abitanti, avrà diritto a 49mila dosi, mentre la provincia di Trento. Che di abitanti ne ha 540 mila avrà 20mila vaccini, quasi la metà di quelle destinate alla Puglia. E ancora: l’Abruzzo, che ha200mila abitanti in più della Liguria, si vedrà recapitare meno della metà delle fiale. Si potrebbe continuare, ma l’andamento è questo.

IN ATTESA DI UNA SPIEGAZIONE LOGICA

A quanto pare, rispondendo a questi rilievi, si è detto che oltre al numero di abitanti va tenuta in considerazione la densità abitativa. Certo, potrebbe pure essere. Peccato che, per esempio, il Lazio abbia 339 abitanti per chilometro quadrato, mentre la Lombardia 420, e la prima potrà disporre di 48mila vaccini in più. A occhio e croce, al momento, non c’è una spiegazione logica. Solo che c’è da stare un poco in apprensione. Perché le soluzioni per questa spartizione, sono venute dalle stesse persone si sono interessate dei banchi monoposto, di quelli con le rotelle, della mascherine, dei tamponi, ecc.ecc.