Stranezze, bizzarrie e curiosità presenti nelle nuove linee guida

Le nuove linee guida prevedono la doccia in palestra, matrimoni col “green pass” e più di 4 al tavolo nei ristoranti. Ma c’è qualcosa da rivedere o chiarire

Nelle “linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali”, ci sono regole di buonsenso, anche se alcune sembrano inattuabili. Ma ce ne sono anche parecchie curiosità, bizzarrie e stranezze. È il risultato del serrato confronto tra il Comitato tecnico-scientifico e la Conferenza delle Regioni. Che talvolta, nel tentativo di fare combaciare tutte le richieste e le resistenze, in alcuni casi hanno dovuto trovare dei compromessi. E sono uscite fuori regole alquanto singolari. Ecco qualche chicca. Da oggi Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Molise diventano finalmente zone “bianche”. Quindi addio al coprifuoco, sarà possibile fare la doccia in palestra, nei bar è consentita la consumazione al banco e nei ristoranti. sparisce il limite di quattro persone al tavolo. Rimane, però, l’obbligo del green pass ai matrimoni, come previsto per le altre regioni in zona gialla.

INCONGRUENZE A MARE

Nelle regole per i vacanzieri è scritto: “Gli sport individuali che si svolgono abitualmente in spiaggia (es. racchettoni) o in acqua (es. nuoto, windsurf, kitesurf), possono essere praticati nel rispetto delle misure di distanziamento interpersonale”. Quindi uno o due metri. Raccomandazioni strane e superflue. È impensabile che si possa nuotare tra i surfisti, o andare sulle tavole a una distanza inferiore al metro dagli altri. Sarebbe un tantino complicato. Ma c’è di più. Chi sta sulla spiaggia deve sapere che tra un ombrellone e l’altro ci dovranno essere almeno 10 metri quadrati. Mentre tra i lettini, “quando non posizionati nel posto ombrellone, dovrà essere garantita la distanza minima di un metro“. Con il risultato quindi che se si passa dall’ombra al sole la regola cambia, e per abbronzarsi diventa molto meno restrittiva.

LA MASCHERINA AL RISTORANTE

Per quanto riguarda la mascherina le nuove disposizioni dicono che deve essere indossata dai clienti in ogni occasione, tranne quando stanno bevendo o mangiando. Ma il Cts, fino a qualche giorno fa, voleva imporre anche la mascherina tra un boccone all’altro, con il rischio di soffocare. O, nel migliore dei casi, che nell’eseguire il metti-togli metti-togli, il quadratino di stoffa poteva diventare una raccolta di rimasugli di cibo. Per fortuna qualcuno è riuscito a farli ragionare.

LE OPERE LIRICHE

Certamente la sera adesso sarà possibile di godere di spettacoli all’aperto. Però i melomani devono sapere che non potranno vedere abbracci tra Radames e Aida. A meno che non decidano di indossare la mascherina. Così come Josè, quando vorrà pugnalare Carmen. Infatti il regolamento prevede che l’entrata e l’uscita dal palco debba avvenire «con la mascherina, che potrà essere tolta durante l’esecuzione della prestazione artistica solo se verranno mantenute le distanze interpersonali». Sarà comunque possibile restituire credibilità alle opere con il “green certificate” per attori e comparse, come prescrive l’ultimo documento firmato dal ministro della Salute Roberto Speranza.

IN MONTAGNA QUALCHE ALTRA “STRANEZZA”

Chi frequenta la montagna dovrà fare i conti con un divieto che pare incomprensibile. Nelle regole è previsto: “Per quanto concerne i rifugi d’alta quota, sopra i 3mila metri, l’area esterna non può essere considerata usufruibile in alcun modo. Pertanto il rifugista potrà utilizzare come spazi utili soltanto quelli interni al rifugio”. Quindi in quota il virus prolifera più facilmente all’aperto che al chiuso, o gli esperti hanno semplicemente paura che gli escursionisti possano buscarsi un malanno? Probabilmente arriverà qualche chiarimento, perché così è scritta davvero male…