Striscioni nella notte più scura di Palermo

Sui ponti dei cavalcavia e allo stadio sono apparsi stanotte striscioni di protesta nei confronti delle istituzioni

Attenzione a quando parlano i muri e gli striscioni. Perché sui muri e sugli striscioni scrive sempre chi non ha voce e non si sente rappresentato. Sono parole forti e dirette, arrivano dal popolo e spesso segnano un punto di non ritorno dell’insoddisfazione, se non della disperazione.

E un grido disperato, di rabbia e di dolore, si è levato questa notte nelle strade di Palermo. Due i luoghi simbolo: i ponti della Circonvallazione e lo stadio. Striscioni che ricordano proprio lo stile linguistico delle curve ma che sono la sintesi estrema di un disagio che rischia di esplodere. In rapida sequenza sono presi di mira la classe politica, il Parlamento e gli aiuti di Stato, sterili e in ritardo. E poi la richiesta di tamponi e uno stanziamento a fondo perduto per tutti i siciliani, per entrare a piedi uniti nelle dinamiche delle misure anti Coronavirus.

ECONOMIA IN GINOCCHIO

Palermo che da un lato comincia a respirare per l’allentamento delle restrizioni e per i dati che finalmente portano vicini allo zero contagi, ma dall’altro deve fare i conti con la tristissima realtà di un’economia in ginocchio in molti settori vitali del commercio, fonte primaria del movimento finanziario dell’isola. Senza turisti e con il terziario piegato sulle ginocchia, nuove sacche di disagio spuntano come fioriture di primavera il cui effetto primario talvolta è l’allergia. E i sintoni del malessere si cominciano a manifestare oggi che, messa in secondo piano la paura di un grande contagio, dopo il periodo di isolamento, si deve pensare al futuro. E la notte di Palermo è diventata più scura, sovrastata dalla disperazione, squarciata dalle urla silenziose di chi vuol lasciare traccia di un malessere popolare che non si può più ignorare.