Per il presunto stupro subìto dalla studentessa francese che da settembre si trovava a Lecce in Erasmus, c’è un sospettato. La ragazza si sarebbe tolta la vita nell’appartamento di via Pappacoda della città pugliese perché sopraffatta dalla violenza subita nella stessa casa in cui è stata trovata morta.
Vicino al suo cadavere gli agenti hanno trovato un certificato medico rilasciato dal pronto soccorso dell’ospedale Fazzi che attestava le molestie. La polizia ha riscontrato che il 19 ottobre, a casa della studentessa sono arrivate diverse persone fra cui un giovane, già identificato, che la avrebbe costretta a subire un rapporto sessuale. La ragazza lo avrebbe raccontato a un’amica.
L’edizione barese di Repubblica ha raccontato cosa c’era scritto nel biglietto d’addio della studentessa lasciato per la famiglia sul comodino: “Penso che è arrivato il momento di fermarmi qui, non ne posso più, mi dispiace mamma e papà. Mi manca il mio Pierre che amo, mi dispiace per tutte le persone che ho incontrato. Vi amo tutti, non è colpa di nessuno, non ce l’ho con nessuno perché mi avete tanto amata, ma non ci riesco più, non riesco ad accettare ciò che mi è successo, è troppo difficile per me rimanere sola”. A Lecce la ragazza era arrivata a settembre per studiare filosofia, dopo aver frequentato l’Università di Lille in Francia.
Nel quartiere San Pio la gente l’aveva vista: “Era arrivata da poco”, ha raccontato al quotidiano un’altra studentessa che vive al primo piano dello stesso palazzo. “Gli inquilini di quegli appartamenti cambiano spesso, perché sono riservati agli stranieri”.
La polizia avrebbe già identificato il giovane presunto violentatore. Su di lui ora si concentrano le indagini finalizzate a verificare la veridicità del racconto che la francese aveva fatto a qualche amica. La studentessa non aveva voluto dare seguito alla visita in ospedale, né con una denuncia né con un colloquio con la psicologa che le era stato fornito dal nosocomio. Non ha raccontato nulla ai genitori, che oggi arriveranno a Lecce insieme al fratello, mentre si attendono i risultati dell’autopsia.