Studi sui centenari delle Madonie: il segreto della loro longevità
Indagine sui residenti dei comuni delle Madonie di età maggiore o uguale a 100 anni:
un gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Palermo arriva sulle Madonie con il progetto “ABCD… centenari” (Alimentazione Benessere Cardiovascolare e Diabete).
Cosa si vuole indagare
Obiettivo è lo studio degli stili di vita in questo particolare gruppo di popolazione. Sotto esame le abitudini alimentari, le caratteristiche nutrizionali, metaboliche e cardiovascolari per la comprensione dei processi di longevità/invecchiamento.
Il responsabile del progetto, il professore Silvio Buscemi (professore Ordinario di Scienze Dietetiche e Coordinatore del Corso di Laurea in Dietistica presso la Scuola di Medicina dell’Università di Palermo) ha accettato di condividere con Palermo Live i risultati emersi dall’incontro con ventotto centenari. Mancano per completare l’indagine solo altri sette anziani, quindi i dati raccolti sono già abbastanza attendibili.
Tempi e modi dell’indagine
Gli incontri con gli anziani si sono svolti dopo il 10 luglio fino ai primi di agosto e sono stati 28 gli intervistati, tutti residenti nelle Madonie, territorio che conta una cinquantina di centenari ovvero tre volte in più della media nazionale. Mi sono recato nelle loro case con il mio team e abbiamo effettuato test psicometrici, controllato il funzionamento delle arterie e dei muscoli , eseguito ecografie.
Che vita fanno gli ultra centenari “sotto esame”
Quasi tutti vivono in casa accuditi dai loro familiari. Due soli sono in casa di riposo e uno vive addirittura da solo, naturalmente con i parenti che vanno a trovarlo di continuo. Il 30 per cento degli intervistati ha mostrato capacità cognitive sorprendenti paragonabili a quelle di un settantenne. Un altro 30 per cento è risultato avere la demenza senile, la restante quota ha una risposta cognitiva adeguata che gli garantisce una buona qualità della vita.
Vite non sempre facili ma vissute con serenità
Un aspetto antropologico da evidenziare è che gli ultra centenari intervistati non hanno avuto vite facili: la maggior parte ha vissuto entrambe le guerre mondiali, hanno lavorato duramente nei campi, la maggioranza sono donne che hanno avuto tanti figli, in molti hanno patologie importanti, oncologiche o cardiache.
Un ruolo fondamentale ha giocato il supporto medico che hanno ricevuto, c’è chi ha un pacemaker, chi prende pillole per la pressione, chi è in cura per altre patologie. Loro si sono fidati dei medici. Anche ora con la pandemia si sono affidati alla scienza, infatti sono quasi tutti vaccinati, fa eccezione qualche caso in cui il vaccino per ragioni di salute non si è potuto fare. Ci sono anche alcuni dei centenari intervistati che sono obesi, aspetto che dovrebbe giocare a sfavore della longevità e invece…
Alimentazione e attività fisica che ruolo giocano
Gli intervistati hanno fatto in passato un’alimentazione Mediterranea. Ora da una ventina di anni seguono il regime alimentare dei familiari che si occupano di loro. Non ci sono stati alimenti comuni che ci hanno segnalato ai quali quindi attribuire un’azione benefica. Sono persone che sono state attive e che ancora lo sono: vivono per lo più in case a due piani e quindi fanno giornalmente le scale e molti vanno in campagna, naturalmente accompagnati dai parenti.
Il segreto della longevità
In ultima analisi quello che sembra giochi un ruolo importante è la serenità con la quale questi anziani si pongono nei confronti della vita e la soddisfazione per i traguardi raggiunti nel corso dei loro cento e passa anni.
E un ulteriore esempio in tal senso ci viene da una grande donna morta a 103 anni: “Sono stata, in tutto, una donna fortunata. Non ho rimpianti”, Rita Levi-Montalcini, al brindisi dei suoi 100 anni.