Stupro di gruppo ai danni di una ragazza al Foro Italico e diversi episodi di violenza e criminalità nel centro storico. A Palermo è allarme movida. Per tale motivo il prefetto Maria Teresa Cucinotta ha convocato per venerdì 25 agosto alle 10, una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
“Nel corso dell’incontro – si legge nella nota della Prefettura – sarà approfondito, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca, il tema della sicurezza nelle aree della movida al fine di procedere, d’intesa con le Forze di Polizia e l’Amministrazione comunale, ad un’analisi congiunta della problematica”.
A seguito di numerose notizie stampa su una caccia alle immagini scatenatasi nelle chat – si legge in una nota del Garante della privacy – l’Autorità con due provvedimenti d’urgenza ha rivolto un avvertimento a Telegram e alla generalità degli utenti della piattaforma, affinchè venga garantita la necessaria riservatezza della vittima, evitando alla stessa un ulteriore pregiudizio connesso alla possibile diffusione di dati idonei a identificarla, anche indirettamente, in contrasto, peraltro, con le esigenze di tutela della dignità della ragazza. La diffusione e la condivisione del video costituiscono una violazione della normativa privacy, con conseguenze anche di carattere sanzionatorio, ed evidenzia i risvolti penali della diffusione dei dati personali delle persone vittime di reati sessuali (articolo 734 bis del codice penale)”.
“Lei non voleva, diceva ‘No, basta’”. Queste le frasi intercettate di uno dei ragazzi indagati per lo stupro di gruppo a Palermo ai danni di una 19enne. Lo stesso che, insieme ad altri, ha confessato al GIP di essersi rovinato la vita, di non aver capito che si trattasse di una violenza perché “Era consenziente. Ci ha chiesto lei di avere rapporti”.
Tutti sembrano unanimi nel puntare il dito contro Angelo Flores, l’unico a quanto pare a conoscere la vittima e a incitare gli amici. Lui che non ha partecipato alla violenza sessuale ma che ha ripreso tutto con il suo cellullare, deridendo la ragazza e a convincere gli altri che era “Una che ci stava”.
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