Rinunciano al rito abbreviato i sei ragazzi a processo per lo stupro ai danni di una 19enne al Foro Italico di Palermo. Gli imputati avevano presentato una richiesta di ammissione all’abbreviato condizionata da tre nuove attività: l’acquisizione di una consulenza sui tabulati telefonici della vittima, la convocazione di un amico della giovane e una nuova audizione della 19enne stessa. Il gup Cristina Lo Bue ha accolto solo la condizione relativa alla perizia, respingendo le altre. La difesa ha quindi optato per il rito ordinario con il dibattimento che si aprirà il 15 maggio.
La 19enne è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso dell’incidente probatorio di due mesi e mezzo fa. Secondo quanto accertato dagli avvocati che difendono i sei imputati, la ragazza avrebbe ricevuto una telefonata da un amico all’arrivo al cantiere del Foro Italico. Non si conosce il contenuto di quella breve conversazione – 29 secondi appena – cui hanno fatto seguito due messaggi mandati dalla giovane circa un’ora dopo, intorno alle 2, quando la violenza sarebbe stata già consumata. Nel messaggio la ragazza avrebbe scritto all’interlocutore “Non posso più”. I legali avevano chiesto al gup Cristina Lo Bue di risentire sia la giovane che il ragazzo in questione per chiarire i contorni dell’accaduto. Probabilmente accadrà nel corso del rito ordinario con l’inserimento di entrambi nella lista dei testimoni della difesa.
Nel corso dell’udienza preliminare il gup ha accettato le richieste di costituzione di parte civile del Comune di Palermo e di sette associazioni (QUI I DETTAGLI). Escluse, invece, l’associazione Emily e Mezzocielo, rappresentate dall’avvocata Claudia Lombardo, e l’Associazione Mete Aps, rappresentata dall’avvocato Alì Listi Maman e Giuseppe Centineo.