Circa 300 attiviste, giornaliste e intellettuali hanno indirizzato alla presidente Rai una lettera con la quale hanno contestato quello che è successo nella puntata del 31 ottobre di “Avanti Popolo”, condotto da Nunzia De Girolamo.
Negli studi della trasmissione l’ospite era Asia Vitale, la vittima della violenza di gruppo avvenuta in luglio a Palermo. Per questo la De Girolamo ha già subìto un richiamo dalla Commissione Pari Opportunità di viale Mazzini. Adesso però la conduttrice ha risposto alle polemiche suscitate dalla lettera.
Lo ha fatto con un lungo post pubblicato su Instagram: “Ho incontrato Asia qualche giorno prima della nostra intervista – ha spiegato -. Ore ed ore a cuore aperto, tra emozioni e dolore, sorrisi e paure. È così che mi ha raccontato la sua difficile vita. Gli abusi, le mancanze, le sfortune, le violenze, la fragilità, ma anche la forza di non arrendersi. Molte cose sono rimaste in quella stanza. Ed anche se lei me lo avesse chiesto, non le avrei mai rese pubbliche”, ha precisato De Girolamo.
La conduttrice ha anche scritto che, prima della chiacchierata, lei e Asia hanno deciso cosa sarebbe stato detto in trasmissione davanti alle telecamere e cosa no. “Persino «i messaggi che privatamente aveva ricevuto sui suoi canali social e che abbiamo deciso di leggere”, ha aggiunto. Secondo la De Girolamo, questo era il “modo coraggioso” attraverso cui la ragazza intendeva “sfidare il dolore e il pregiudizio, per dire basta”. Nessuna ammissione di colpe, dunque, ma difesa delle proprie scelte. “Sono stupita da questo maschilismo latente, che induce alcune donne a dire a una vittima di non parlare, di non metterci la faccia e addirittura di nascondersi. Dopo la nostra intervista Asia ha ricevuto tanta solidarietà – ha aggiunto -. Proposte di lavoro, ospitalità ed i suoi social hanno cambiato direzione. Sono felice per lei. Felice di aver fatto il mio dovere di donna e di essere umano. E di avere ancora contatti con lei per tentare di aiutarla”.
Infine la De Girolamo ha indirizzato un messaggio a chi in questi giorni l’ha accusata di aver infranto le regole deontologiche pur di fare qualche ascolto in più. “Come si può giudicare la volontà di liberarsi, anche pubblicamente, di un peso enorme? Quando Asia ha fatto le sue dirette sui social minacciando di farsi del male, qualcuno si è preoccupato o si è adoperato per costruire gruppi di intellettuali a difesa e sostegno di questa ragazza? Siamo al solito pregiudizio di donne che odiano le donne?”, si è chiesta la conduttrice. Secondo lei, chi critica la sua decisione di intervista la ragazza sta “spostando il bersaglio” e dimenticando chi è «il vero nemico da abbattere». Ovvero: «lo stupratore, la cultura ancora maschilista di questo paese».