Il titolare di un locale specializzato in street food di corso Vittorio Emanuele, nel corso delle indagini difensive, ha reso una testimonianza che getterebbe una luce diversa sullo stupro di gruppo della ragazza diciannovenne, avvenuto lo scorso 7 luglio in un cantiere abbandonato del Foro Italico di Palermo. Per gli avvocati che difendono i sette ragazzi che sono attualmente in carcere, il racconto dimostrerebbe che le cose si sarebbe svolte in modo differente rispetto a quanto denunciato dalla ragazza. Nella friggitoria lavorava da poco tempo l’ex fidanzato della vittima. Il testimone ha detto: “Le ho chiesto cosa fosse successo, mi ha risposto testualmente… è stato bellissimo farlo con sette ragazzi”.
“Si lamentava spesso di avere subito stupri, tanto che oramai, vista la frequenza con cui ciò accadeva, tale situazione era divenuta assurda, quasi imbarazzante – ha detto l’uomo -. La ragazza andava a trovare spesso l’allora fidanzato alla friggitoria e lamentava di essere stata talvolta violentata, altre volte spinta. Una volta si è venuta a medicare al bagno del bar. In poche parole creava sempre situazioni strane e siccome noi eravamo in attività ovviamente ci disturbava”. Secondo quanto riferito dal commerciante, anche quella notte, il copione si sarebbe ripetuto: “Davanti al locale c’era l’altro dipendente. Quando le ho chiesto cosa fosse successo, lei mi ha detto testualmente: ‘Con sette persone è stato bellissimo…’. Ha detto ciò ridendo, ci siamo guardati (insieme a un altro impiegato, ndr), e abbiamo fatto un sorriso sarcastico, come dire siamo alle solite…”.
L’avvocato Carla Garofalo, che assiste la diciannovenne assieme all’avvocato Aldo Spatafora, smentisce queste ricostruzioni. “Non conosco gli atti depositati dagli avvocati della difesa – ha detto – tuttavia in relazione alle dichiarazioni rese dal titolare del locale di corso Vittorio Emanuele, la mia cliente ne respinge il contenuto in tutte le sue parti e mi ha annunciato che prenderà provvedimenti nelle sedi opportune per denunciarne l’infondatezza”.