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“Stupro spettacolarizzato”: accuse alla De Girolamo per l’intervista alla vittima di Palermo

Ajja conduttrice si Rai 3 Nunzia De Girolamo, dopo che lo scorso 31 ottobre ha ospitato negli studi di “Avanti Popolo” la vittima della violenza di gruppo avvenuta in luglio a Palermo, è pervenuta una nota di richiamo della Commissione Pari Opportunità di Rai e del sindacato dei giornalisti di Rai. Ma non solo. I vertici Rai hanno inoltre ricevuto una lettera di fuoco che ha contestato quello che è successo nella puntata in questione condotta dalla De Girolamo.  Per conoscenza la lettera l’hanno ricevuta anche  il presidente Agcom, Giacomo Lasorella, e quello dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bortoli. Nella contestazione viene invocato il principio che quando si tratta di violenza di genere debbano esserci almeno le competenze di base.

Anche considerando che la trasmissione in questione è un servizio pubblico. Hanno firmato la lettera quasi trecento giornaliste e giornalisti, intellettuali, scrittrici, attiviste, survivor e portavoce di spazi politici di tutta Italia.

Le accuse espresse nella lettera

La missiva evidenzia che per la prima volta, escludendo i suoi canali social, la ragazza ha mostrato il volto pubblicamente e sono state diffuse le sue generalità. Il tema non è la libertà della giovane di parlare della sua esperienza, libertà che nessuno mette in discussione, ma le modalità con cui la conduttrice, non giornalista, ha governato la conversazione per spingerla verso tutte quelle sponde scomode, morbose e posticce funzionali all’audience. Che peraltro non ha ottenuto. Infatti quella sera la trasmissione di Rai Tre ha totalizzato solo 420mila spettatori, parria al 2.7% di share.

“Premesso che la ragazza, maggiorenne, ha scelto di accettare l’invito in trasmissione per parlare della sua storia, e che questo va rispettato poiché rientra nell’autodeterminazione, intendiamo evidenziare – si legge nella missiva – l’avvenuta violazione dei basilari principi della deontologia professionale nell’esporre, per giunta a così poco tempo dai fatti, una sopravvissuta alla spettacolarizzazione del proprio stupro e alla vittimizzazione secondaria cui  i telespettatori hanno assistito nel corso del programma”. Come si legge sul sito della Fnsi, i trecento firmatari della lettera ritengono che “la modalità di intervista incalzante nei confronti della sopravvissuta e la conduzione adottate da De Girolamo rappresentano un esempio inaccettabile di pornografia del dolore”.

“La vittima costretta a rivivere nel dettaglio gli abusi subiti”

La lettera continua ricordando che nel corso del programma di Rai3 “la conduttrice ha di fatto costretto la vittima a rivivere nel dettaglio gli abusi subiti, con tanto di lettura al suo cospetto delle frasi degli stupratori, in contrasto con le policy di genere approvate dal consiglio di amministrazione della Rai, nonché, nello specifico del lavoro giornalistico, con il Manifesto di Venezia. Come se questo non bastasse, la ragazza ha dovuto subire di essere sottoposta con superficialità inaudita e lesiva della propria persona a reiterati e costanti episodi di colpevolizzazione e vittimizzazione secondaria”.

Da qua la richiesta ai vertici Rai affinché, “in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, prendano posizione sull’accaduto e si assumano la responsabilità di una gestione dell’informazione e del servizio pubblico adeguata al ruolo informativo, culturale e sociale della Rai. Esigiamo – si chiude quindi la lettera – che il tema della violenza di genere sia trattato con competenza e deontologia, garantendo alle vittime il rispetto e la dignità”.

Foto frame video Avanti Popolo – Rai

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Redazione PL