Con un profilo Telegram e sborsando 100 euro si può avere un “Green Pass” fasullo. Sulla notissima app di chat proliferano, infatti, gruppi pubblici e aperti a tutti all’interno dei quali vengono venduti i certificati falsi. Non ci vuole alcuna conoscenza tecnica, basta solo pagare. E gli amministratori fanno il resto del lavoro. Ovviamente il buon senso sconsiglia l’utilizzo di questi documenti falsificati, perché contrario qualsiasi normativa di sicurezza vigenti ed anche per il concreto rischio sanitario che si corre e si fa correre ad altri.
Telegram è già stata allertata e sta monitorando la situazione, ma forse ancora non sta facendo abbastanza. A chi ha provato, sono bastati pochi minuti per trovare il primo gruppo vendita Green Pass. Si tratta di un gruppo che ha più di 90mila iscritti, ma ce ne sarebbero altri con ancora più membri. Inoltre c’è da considerare che chi ha già comprato il “Green Pass” di solito esce dalla chat prima possibile. Molti gruppi, poi non sono altro che collettori per un gruppo principale: hanno un solo post, con il link al gruppo più grande. In questo modo chi gestisce il gruppo principale si assicura la massima visibilità.
Il funzionamento di questi gruppi è molto semplice. Dopo essersi iscritti si leggono le “regole”, ovvero si apprende il metodo per comprare un certificato “Green Pass” falso. Gli amministratori chiedono una foto di carta d’identità e tessera sanitaria, oltre al versamento di 100 euro per il Green Pass digitale, 120 per quello cartaceo. Sono previsti persino “sconti famiglia“: per quattro membri il costo totale è di 300 per i digitali e 350 cartaceo. Vengono accettati pagamenti in tutti i modi possibili, da Paypal ai Bitcoin, includendo anche carta di credito, bonifico o buoni Amazon. Nel gruppo viene specificato che si tratta di “Green Pass” originali al 100%, e viene garantito che funzionano anche quando vengono controllati con VerificaC19 , l’app ufficiale del Governo per verificare se il “Green Pass” è valido. Addirittura viene affermato che i loro pass non sonofalsi, in quanto sono “gli altri” a vendere documenti fasulli.
Ove occorresse, è bene chiarire subito che comprare un “Green Pass” falso è una truffa, cioè un reato penale. Chiunque dovesse essere trovato in possesso di questi falsi certificati rischia una reclusione fino a 6 anni e un’indagine per truffa o ricettazione. O, quantomeno, potrebbe essere anche una tentata truffa, considerando che non è assolutamente sicuro che quanto promettano gli amministratori di questi gruppi sia poi così vero. Probabilmente l’utente lo scoprirebbe solo dopo aver pagato, al primo controllo. Con la beffa che non potrebbe neppure denunziare chi gli ha venduto un documento falso. Ma c’è anche un enorme problema di privacy. Per ottenere il certificato falso è necessario fornire carta di identità e tessera sanitaria, che include al suo interno il codice fiscale. Qualunque truffatore abbastanza smaliziato può usare questi dati per sottrarci dei soldi in ogni modo possibile. Uno su tutti, usandoli per attivare dei contratti a nostro nome. Questi dati sensibili, probabilmente poi saranno rivenduti ad altri truffatori che potranno usarli per scopi analoghi.