Tamponi sbagliati: indagini su un laboratorio per test negativi sospetti

Nel mirino migliaia di esami effettuati tra marzo e ottobre dal laboratorio Emolab
I Nas: «Macchinario non idoneo». Tra le denunce quella per la morte di una donna

coronavirus

La Procura di Trapani ha aperto una indagine e sta raccogliendo denunce su migliaia di tamponi negativi effettuati dal laboratorio Emolab di Alcamo. Lo riporta Repubblica Palermo oggi in edicola. Ci sono denunce di privati che, con i referti in mano, affermano di aver avuto esito negativo da un test effettuato dal laboratorio, mentre ripetuto è risultato positivo. La conferma è arrivata dal Procuratore di Trapani Maurizio Agnello: «Siamo alle fasi preliminari, ci sono arrivate tante denunce e vanno accertate caso per caso». Fra le altre, in Procura ne è anche arrivata una per la morte di una donna per Covid. Sarebbe stata contagiata dal fratello convivente che era risultato negativo al test fatto da Emolab. Ma poco dopo, ricoverato in ospedale, ripetendo il test è risultato positivo, ed finito in Rianimazione. «Questa é l’unica denuncia in cui si paventa al momento l’accertata morte per covid di questa signora – ha detto Agnello – poi ce ne sono arrivate tante altre di persone che denunciano di avere avuto l’esame errato. Questo laboratorio non aveva le attrezzature idonee, non aveva un tecnico di laboratorio abilitato a fare questo tipo di analisi».

I TAMPONI FATTI SAREBBERO 7.600 PER CONTO DELL’ASP E ALTRI 10.000 A PRIVATI

Le indagini in corso sono due. Una riguarda i tamponi effettuati per conto dell’Asp. Il laboratorio ne ha fatto 7.600, ed ha avanzato una richiesta di pagamento per 380 mila euro, di cui 72 mila dei quali già corrisposti. Per quanto riguarda l’indagine sui tamponi fatti ai privati, qualche giorno fa nel corso di una seconda perquisizione, i Nas fanno sequestrato computer e documenti informatici.

MACCHINA NON IDONEA

Nei due controlli effettuati dall’Ente certificatore regionale di controllo qualità, nei mesi di aprile ed agosto, la macchina era stata già valutata non idonea per lo screening del Covid . Addirittura nel secondo caso «la non conformità rilevata era del 45%». Ciò significa quasi un test su due errato. Per poter proseguire, la macchina avrebbe dovuto essere adeguata, ma invece i responsabili l’hanno continuato ad utilizzare per processare tamponi fino al 16 ottobre, giorno del sequestro. Il laboratorio ha applicato ai privati il prezzo di 100 euro a esame. Per l’Asp, invece, si è attenuto ai 50 euro imposti dalla Regione per calmierare i prezzi. L’indagine è partita da una denuncia fatta a Repubblica da un lettore.