Il Tar boccia il ricorso dei “furbetti” del vaccino: no alla seconda dose

Respinto il ricorso presentato al Tar da chi che si era fatto somministrare il siero pur non facendo parte di categorie prioritarie. Tra gli irregolari anche familiari e amici di medici

Lampedusa

I “furbetti” del vaccino hanno presentato ricorso al Tar di Catania, chiedendo di ribaltare in via urgente la scelta della regione di non concedere il richiamo. E quindi non consentire la seconda somministrazione dell’antidoto entro il 17 febbraio. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, era stato lapidario: «Chi non aveva diritto non riceverà la seconda dose, abbiamo scelto la linea del rigore». L’assessore Razza, aveva ordinato di non eseguire il richiamo. Invitando inoltre i direttori generali e i direttori sanitari «a verificare se all’interno degli elenchi aziendali siano rinvenibili nominativi di non aventi diritto». Quindi dovevano essere bloccate le seconde dosi di vaccino « per tutti i soggetti che, non avendone diritto, hanno avuto accesso alla prima dose anche mediante la produzione di dichiarazioni non veritiere».

INDEBITAMENTE VACCINATI SINDACI, PARROCI, EX MEDICI, PARENTI E AMICI

Tanti casi di destinatari illeggitimi di vaccino si erano verificati nella provincia di Ragusa, a cominciare da Scicli, dove era scoppiato il caso. Tra coloro che hanno goduto della somministrazione del vaccino senza averne diritto, ci sarebbero sindaci in carica e non. Fra questi tre medici che non esercitano più la professione. Ma anche un parroco, un preside in pensione, una giornalista e il figlio di 26 anni di un medico e il capo del Genio civile di Ragusa con alcuni suoi familiari. Inoltre hanno avuto il vaccino anche il marito avvocato e la figlia della direttrice risorse umane dell’Asp di Ragusa.

IL TAR DI CATANIA HA DETTO NO

Il ricorso presentato contro l’assessorato alla Salute della Regione Siciliana è stato bocciato dal Tar di Catania. Quindi non ci sarà la seconda inoculazione per quelle persone che impropriamente avevano goduto della somministrazioni della prima dose del vaccino anti Covid senza essere in lista ed averne titolo. Il giudice ha sottolineato che «non risultano evidenze scientifiche di eventuali rischi derivanti dalla mancata somministrazione della seconda dose. Se non quello della possibile inefficacia del vaccino, effetto che riporterebbe i ricorrenti alla situazione quo ante a quella determinata dall’aver avuto accesso alla prima dose, pur non avendone diritto». Inoltre il giudice amministrativo ritiene che «non c’è alcuna evidenza scientifica che l’effetto della prima dose vaccinale possa perdurare nel tempo- Tenuto conto anche che nelle informazioni relative all’utilizzo del farmaco pubblicate sul sito dell’Ema, addirittura in caso di sovradosaggio, e non sono state indicate reazioni avverse».