Stop all’aumento previsto per le tariffe della Tari. Il Consiglio Comunale, nella seduta di ieri sera, non ha votato la delibera di presa d’atto del Piano economico finanziario (Pef) inerente il 2021.
A sollecitare l’approvazione qualche giorno fa era stato Girolamo Caruso, presidente della Rap, azienda che gestisce a Palermo la raccolta dei rifiuti. “La Tari, in base al nuovo piano economico finanziario, aumenterà per gli anni 2021-2023”, aveva dichiarato preventivando un aumento di 30 euro a famiglia. “Si dovranno pagare 21 milioni di euro che saranno equamente distribuiti nei tre anni”.
“Di contro, l’evasione è sempre costante – aveva aggiunto -: il 70% dei commercianti non la paga; circa il 50% delle famiglie evade il tributo. Dal 2014 ci sono 650 uomini in meno alla Rap. Per potenziare la differenziata servono 350 nuovi operai e 50 autisti. Nei prossimi mesi dovremmo fare queste assunzioni e avanzamenti di mansioni. Abbiamo avuto il parere di un giuslavorista che ci consente di recuperare 92 operai della società. Non ci sono più impedimenti. Io e il direttore generale, nelle prossime settimane, prenderemo una decisione”.
Tuttavia, ieri sera il Consiglio Comunale si è opposto al rincaro. “Ieri abbiamo assistito all’ennesima farsa da parte dell’Amministrazione, che a sorpresa ha portato in Consiglio comunale una proposta di ulteriore aumento dei costi da 10 milioni per i palermitani; in un piano già fortemente gravato da spese enormi e che rischiava di fare schizzare le tariffe fino a oltre il 20% in più”. A dichiararlo in una nota è Igor Gelarda, capogruppo della Lega a Palazzo delle Aquile.
“Occorre certamente dare stabilità e garanzie alla RAP ma non è tollerabile farlo prendendo in giro i palermitani, che sarebbero stati costretti a pagare un aumento della tassa sui rifiuti che in questo momento è un balzello perché il servizio erogato è praticamente nullo”.
“La Lega – chiosa Gelarda – non può tollerare che si mettano le mani in tasca ai palermitani. Il Sindaco si assuma le proprie responsabilità e si attivi per trovare altrove le somme per coprire i costi della Rap.”
“Siamo oltre l’indecenza. L’indecenza della città, ridotta ad una immensa discarica. L’indecenza di un Assessore al bilancio che cerca di nascondere al Consiglio comunale le informazioni sulla realtà dei fatti e i
documenti. L’indecenza di un’azienda che di fatto ricatta la città per ottenere l’aumento della TARI”. Così ha dichiarato la consigliera comunale Marianna Caronia.
“Di fronte a questa indecenza e al caos causato dalla giunta Orlando, il Consiglio comunale non ha altra scelta che fermare tutto e chiedere che sia fatta chiarezza. Ormai siamo in piena emergenza ed è evidente che l’Amministrazione comunale, il Sindaco e i suoi assessori non sono in grado di affrontarla. Per questo chiedo al Prefetto di convocare con urgenza un tavolo tecnico e di prendere le redini della situazione; per impedire che si interrompa un servizio essenziale e per far fronte alla sempre più grave emergenza igienico-sanitaria che incombe su Palermo”.
“Alla fine di una lunghissima seduta, conclusasi stanotte alle 2, il Consiglio Comunale non ha votato la delibera di presa d’atto del Pef-Tari 2020 che comprendeva i 24 mln di euro di extracosti che la Rap ha affrontato nel 2020 per il trasporto e il conferimento dei rifiuti palermitani presso le discariche fuori Città e la delibera del piano tariffario Tari 2021. Una manovra che, se fosse stata approvata, avrebbe consentito, oltre
al riconoscimento degli extra costi alla Rap, una anticipazione alla stessa azienda di 16 mln di euro dell’intero ammontare dei crediti che l’azienda vanta dal Comune”. Così si legge in una nota congiunta dei consiglieri di Avanti Insieme, Valentina Chinnici, Massimo Giaconia, Claudia Rini.
“Come più volte affermato e ribadito, anche nel corso dell’ultima seduta consiliare, dal Segretario Generale e dal Ragioniere Generale, la mancata approvazione di questi atti molto probabilmente genererà effetti devastanti, che si potrebbero configurare in grave danno erariale per il Comune e in instabilità aziendale per la Rap”.
“Non è bastata una lunga sessione dedicata per far comprendere a talune forze politiche di opposizione (da qualche mese maggioranza numerica), l’importanza dell’approvazione dell’intera manovra”, prosegue la nota.
“Avevamo chiesto loro di rimanere in aula per permetterci di votarla e approvarla, assumendoci noi stessi la responsabilità, considerato che la maggioranza politica del consiglio comunale non ha più i numeri che consentano di mantenere aperta la seduta.”.
“Speravamo, considerata l’importanza degli atti sottoposti alla votazione del Consiglio, ampiamente spiegata dal ragioniere generale e dagli uffici, che prevalesse il buon senso e l’amore per la nostra Città – proseguono dunque i consiglieri -. Invece, questa notte si è potuto registrare da parte di una buona componente dell’opposizione un elevato cinismo, irrisione e noncuranza rispetto alle sorti della partecipata Rap, dei suoi dipendenti e della Città tutta”.
“A meno che, la posizione assunta dalle opposizioni, le stesse che si propongono di governare la Città, non sia stata una strategia deliberata affinché la Rap subisca lo stesso epilogo dell’Amia per poi affidare a mani libere i servizi ai privati”.