La città di Palermo potrebbe subire un nuovo aumento della Tari, la tassa sui rifiuti. A lanciare l’allarme è la Rap, la quale ha manifestato attraverso una missiva presentata venerdì scorso, il bisogno di rivedere le tariffe per garantire la sostenibilità del budget. Nel documento Rap invita il Comune di Palermo a “procedere con una revisione intra-periodo del Pef 2023, essendosi verificate circostanze straordinarie tali da pregiudicare gli obiettivi indicati nel Pef medesimo”.
Il riferimento principale della partecipata è ai concorsi organizzati per le nuove assunzioni di operai. “Emerge la necessità – prosegue la nota – di dotarsi di adeguate risorse umane, strumentali ed impiantistiche, da cui risulta la previsione di un effort (sforzo economico n.d.r.) non in linea con l’attuale valore del corrispettivo, pari a 100 milioni di euro”.
Rap quindi con gli attuali fondi fa sapere che non riuscirebbe a garantire i costi derivanti dalle assunzioni dei concorsi. Si tratterebbe di un aumento molto superiore rispetto a quello avuto a fine 2022 pari a 2,2 milioni di euro grazie alle risorse del “fondone” messe a disposizione del governo nazionale di 2,7 milioni di euro. In questo momento per famiglia è previsto un costo che va dai sette ai venticinque euro, con un ulteriore aumento della tassa il prezzo sui rifiuti per i palermitani crescerebbe in maniera esponenziale.
Dal canto suo la Partecipata che gestisce la raccolta rifiuti in città sarebbe disposta a un confronto in aula a Sala delle Lapidi col Consiglio Comunale. E sempre secondo voci vicine alla Rap, l’amministratore Girolamo Caruso è pronto a chiedere un incontro al sindaco Lagalla e alle SRR (Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti Palermo Area Metropolitana).
Dalle opposizioni rabbia e richiesta di chiarimenti. “Non ho voluto partecipare al dibattito circa il teatrino sulle nomine delle aziende controllate – spiega Fabrizio Ferrandelli, consigliere comunale e capogruppo di Azione -, comprendo che attenga al sindaco procedere a quelle più congeniali al governo dei processi, con buona pace spesso del merito e dei curricula. Metodo che non condivido e che attiene alla più vecchia delle politiche spartitorie. Ma sulla cinghia di trasmissione delle decisioni non intendo transigere. Caruso ad oggi parla per nome e per conto del sindaco, non mi interessa se manterrà la governance della Rap o se verrà sostituito, ed esigo chiarezza circa le dichiarazioni sull’aumento della Tari delle scorse ore.
Ho chiesto formalmente al presidente del Consiglio comunale di convocare in aula i vertici di Rap, l’assessore competente e gli uffici per fare chiarezza su questa vicenda. Dobbiamo verificare urgentemente il piano industriale e il budget 2023. L’amministratore unico di Rap ha sempre affermato che le nuove assunzioni, necessarie, erano dentro gli equilibri di bilancio e che non si richiedevano somme aggiuntive. E su questa vicenda, a fronte di un servizio di raccolta e smaltimento non efficiente e che inizierei a chiamare disservizio, faremo barricate a tutela dei palermitani per impedire che le scelte di gestire discutibili vengano caricate sulle loro spalle”.
Attacco diretto all’amministrazione comunale da parte del Pd, attraverso una nota dei consiglieri comunali Arcoleo, Giambrone, Lupo, Miceli e Piccione. “Il sindaco Lagalla vuole aumentare ancora una volta la Tari? Dove sono la visione e la pianificazione? Dopo 8 mesi abbiamo visto cosa ha in mente il sindaco per il bene di Palermo: il nulla.
Si continua a procedere su orme già tracciate in passato senza un’idea sul presente e il futuro, con una maggioranza divisa che litiga al suo interno e che spesso è anche assente in aula. Quando non si sa cosa fare, i problemi si accumulano ed ecco che i nodi vengono al pettine. File interminabili per ottenere come di diritto la carta di identità; contestazione dei tributi con appuntamento a 12 mesi di distanza dalla scadenza, e così via.
Chi governa la città? E ora la Rap chiede un ulteriore aumento della Tari dopo quello già avvenuto nel 2022. Le coperture economiche per nuove assunzioni e aggiornamento degli impianti erano state individuate, ma ora dove sono finite? Perché sarebbe necessario un aumento della tassa? I cittadini hanno diritto di sapere precisamente la verità sui conti senza prese in giro”.