Tassa nascosta, la paghi ancora tutti i giorni anche se non serve a nessuno: il Governo non la vuole togliere | Furto legalizzato
Nessuno di noi o quasi è consapevole di versare una tassa occulta nelle casse dello Stato. Non esiste Governo che possa eliminarla
Non si finisce mai di pagare le tasse. E non è solo un’espressione frutto di rabbia o di malcontento da parte dei cittadini. Purtroppo è lo specchio di una realtà ormai consolidata e di cui la stragrande maggioranza di noi ignora l’esistenza.
Purtroppo tra imposte dirette, indirette, balzelli, e altri obblighi fiscali di vario tipo un normale contribuente si ritrova a versare soldi nelle casse dell’erario senza averne cognizione di causa. E purtroppo è la regola, non un’eccezione.
Giusto per fare alcuni esempi che vi faranno sobbalzare sulla sedia, i cittadini italiani ad oggi continuano a pagare le tasse sulla guerra in Etiopia del 1935-36, le conseguenze della crisi del canale di Suez del 1956, la ricostruzione del Vajont in seguito al disastro del 1963 e l’alluvione di Firenze del 1966.
E come se questo non fosse già sufficiente, ci si ritrova a pagare una tassa nascosta che se resa esplicita potrebbe dar vita a una crisi senza precedenti del mercato dei dispositivi elettronici, cellulari compresi.
Paghiamo una tassa occulta e superflua, la percentuale non è ridicola come si può credere
Nessuno di noi sa che nel momento in cui acquista uno smartphone versa del tutto inconsapevolmente una tassa del 5% alla SIAE, la Società Italiana degli Autori ed Editori. Viene definita tassa di ‘equo compenso‘ e si applica a tutti i dispositivi elettronici grazie ai quali ogni utente può scaricare o vedere immagini coperte dal diritto di autore.
Ed è proprio il rischio, a dire il vero solamente teorico, che qualche consumatore possa archiviare nella memoria del proprio smartphone opere protette dal diritto d’autore la ‘ratio’ di questa tassa che in realtà è del tutto superflua e anacronistica.
Tassa occulta, possibile un appello al Governo per toglierla: le speranze non sono molte
Quello che si può fare a livello collettivo sarebbe un esposto o una formale richiesta da parte delle associazioni che tutelano i consumatori nei confronti del Governo italiano invocando la cancellazione del 5% di questo inutile balzello.
L’ostacolo principale alla sua eliminazione, finora risultato insuperabile, è proprio la ferrea opposizione della SIAE che non ha mai voluto rinunciare a questo 5% sugli acquisti dei dispositivi. Per ora purtroppo dovremo continuare a pagare.