Iniziano a delinearsi i contorni del tentato omicidio avvenuto fuori dal cimitero dei Rotoli, a Palermo, lo scorso 22 dicembre. La violenza esplosa all’improvviso sembra essere l’ultimo capitolo di una faida familiare che affonda le sue radici in un evento di alcuni anni fa.
La vittima del tentato omicidio è Antonino Fragale, operaio della Reset. Si occupa del verde pubblico al cimitero dei Rotoli, dove è avvenuta l’aggressione. L’uomo fermato, è Francesco Lupo di 30 anni. Sarebbe stato lui a sparare sei colpi contro l’operaio della Reset, colpendolo al torace e all’addome.
Gli spari sarebbero stati prima preceduti da una violenta lite, culmine di una lunga serie di scontri. Alla base ci sarebbe infatti una faida familiare che va avanti da anni. Nel marzo del 2019. Giovanni Colombo, uccise a colpi di pistola Antonino e Giacomo Lupo, padre e figlio, in via Rocky Marciano, allo Zen. Le vittime erano rispettivamente zio e cugino di Francesco Lupo. La causa scatenante del duplice omicidio fu una discussione nata da un presunto “sguardo” di troppo. Antonio Fragale, cugino di Colombo, sarebbe stato presente all’omicidio, cercando di fare da mediatore.
La faida tra le due famiglie sarebbe continuata, alimentata dal desiderio di vendetta, che ora sembra aver trovato un nuovo capitolo con il tentato omicidio al cimitero dei Rotoli.