Termini Imerese, nuovo scandalo per Blutec: arrestato Roberto Ginatta, ex amministratore
L’accusa è quella di bancarotta fraudolenta nella gestione della Blutec e della Metec .
La Blutec di Termini Imerese torna sulle pagine di cronaca con un nuovo scandalo. Sono stati arrestati gli ex vertici dell’azienda: Roberto Ginatta, 73 anni, ex amministratore che avrebbe dovuto far rinascere l’ex stabilimento Fiat in provincia di Palermo, e Matteo Ginatta e Giovanna Desiderato, finiti ai domiciliari. L’accusa, pesante, è di riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta.
ROBERTO GINATTA ACCUSATO DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA
Bancarotta fraudolenta nella gestione di Blutec e Metec. Questa è l’accusa commissionata a Roberto Ginatta. Il dirigente avrebbe distratto una cifra vicina ai 16,5 milioni di euro di finanziamenti pubblici, erogati dalla Regione Siciliana attraverso Invitalia, per il rilancio del polo industriale presente a Termini Imerese che prevedeva la realizzazione di una nuova unità produttiva presso gli opifici della ex impresa FCA Italy S.p.A. per la produzione di componentistica automotive. Il gip di Torino ha anche disposto il sequestro di Mog, la holding, che nell’ultimo bilancio ha inserito partecipazioni per una cifra totale di 8 milioni di euro. L’azienda è di proprietà di Matteo Gianitta e Giovanna Desiderato, entrambi finiti ai domiciliari. La società in sequestro è stata affidata a un amministratore giudiziario che continuerà a gestirla nell’interesse pubblico.
LE INDAGINI: LA HOLDING MOG UTILIZZATA COME “CASSAFORTE”
L’attività costituisce la prosecuzione del filone investigativo sviluppato dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, inizialmente con la Procura di Termini Imerese e poi trasferito, infine, per competenza alla Procura di Torino, che ha già portato nel corso del 2019 dapprima al sequestro della Blutec, oggi in amministrazione controllata, e successivamente della Metec. Secondo le indagini, gli arrestati hanno commesso “numerosi fatti di bancarotta fraudolenta nella gestione della BLUTEC S.p.A. e della METEC S.p.A. a mezzo di comportamenti dolosi, reati societari e gravi condotte distrattive del patrimonio tra le quali, in particolare, il prelevamento del capitale sociale, la distribuzione di dividendi generati solo da alchimie contabili e l’acquisto di biglietti e abbonamenti per le partite di calcio della Juventus”.
Tra le accuse anche l’autoriciclaggio. Gli imputati, infatti, avrebbero autoriciclato il profitto illecito derivante dalla condotta di malversazione a danno dello Stato in altre attività imprenditoriali e speculative. Parte di questo capitale è stata smistata attraverso Mog, la holding. L’azienda veniva utilizzata, sempre secondo le indagini, come “cassaforte“.
L’ACCUSA MOSSA A MATTEO GINATTA E GIOVANNA DESIDERATO
Oltre Roberto Ginatta, finito in carcere, il gip di Torino ha fermato anche Matteo Ginatta e Giovanna Desiderato, attualmente ai domiciliari. L’accusa per loro è di riciclaggio: avrebbero, infatti, spostato oltre 500.000 euro attraverso la holding. A carico del primo è ipotizzato anche il concorso nella bancarotta fraudolenta della Metec. Le indagini sono state svolte grazie all’aiuto delle intercettazioni telefoniche,riscontri finanziari, ispezioni, perquisizioni e consulenze tecniche.
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