Termosifoni, passa la nuova normativa quadro europea: tra 1 anno dovrai cambiarli | O metti questi o geli tutto l’inverno

Termosifoni - fonte pexels - palermolive.it (2)
Arriva una norma che comporterà una vera stangata per tutte le famiglie, scopri se i tuoi sono in regola oppure no
La Commissione Europea ha deciso di posticipare la presentazione di una proposta legislativa volta a limitare l’uso di stufe e caldaie a legna nell’Unione Europea. Il provvedimento, inizialmente previsto per il 12 febbraio a Bruxelles, intende introdurre norme più stringenti sulle emissioni di particelle inquinanti per migliorare la qualità dell’aria e ridurre i rischi per la salute pubblica. Tuttavia, le forti opposizioni da parte di alcuni Paesi membri, in particolare la Repubblica Ceca e la Germania, hanno portato alla decisione di rinviare la proposta per ulteriori valutazioni.
Il piano della Commissione prevede di vietare la vendita dei modelli più inquinanti a partire dal 2027, imponendo standard più severi sulle emissioni di particolato e monossido di carbonio. L’obiettivo principale è quello di incentivare l’uso di sistemi di riscaldamento meno dannosi per l’ambiente e più efficienti dal punto di vista energetico. Tuttavia, queste restrizioni potrebbero comportare la progressiva eliminazione dal mercato della maggior parte degli impianti attualmente in uso, con un impatto significativo per le famiglie e le imprese che dipendono dal riscaldamento a legna.
Il settore industriale ha espresso forte preoccupazione per le conseguenze economiche di questa proposta, in quanto potrebbe portare a una riduzione delle vendite e a un aumento dei prezzi per i modelli più moderni e conformi alle nuove normative. Inoltre, la proposta prevede l’obbligo di dotare le stufe e le caldaie di meccanismi di controllo automatico per ridurre le emissioni, ma questa misura rischia di penalizzare le aree rurali, dove la disponibilità di elettricità è limitata o instabile.
Il ministro dell’Industria ceco, Lukáš Vlček, ha criticato la proposta, sostenendo che la politica ambientale dell’UE dovrebbe essere più flessibile e adeguarsi ai progressi tecnologici senza impattare negativamente sulle famiglie e sulle imprese. Anche diversi eurodeputati del Partito Popolare Europeo (PPE) si sono espressi contro la normativa, sottolineando l’importanza dei sistemi di riscaldamento a biomassa nella transizione energetica, specialmente nelle zone più isolate dell’Europa.
Un dibattito che ricorda le polemiche sulle pompe di calore
Il rinvio della proposta segue un acceso dibattito che ricorda la controversia scoppiata nel 2023 in Germania riguardo all’obbligo di installare pompe di calore per ridurre l’uso del gas naturale. Anche in quel caso, il governo tedesco dovette rivedere la normativa a causa delle proteste dell’opinione pubblica e dell’opposizione di alcuni settori industriali. Questo episodio dimostra le difficoltà dell’UE nel trovare un equilibrio tra la necessità di ridurre le emissioni e l’esigenza di mantenere accessibili le opzioni di riscaldamento per tutti i cittadini.
A seguito delle critiche, la Commissione Europea sta valutando possibili modifiche al provvedimento per renderlo più flessibile. Tra le opzioni in discussione vi è la possibilità di introdurre incentivi per la sostituzione graduale degli impianti più inquinanti, senza imporre un divieto immediato. Inoltre, potrebbero essere previsti finanziamenti per favorire la ricerca e lo sviluppo di tecnologie più efficienti per il riscaldamento a legna, rendendo il passaggio verso soluzioni più sostenibili meno impattante per cittadini e imprese.

La posizione della Commissione Europea
Al momento, la Commissione ha dichiarato che è necessario un ulteriore lavoro tecnico prima di finalizzare la proposta. Questo significa che le norme potrebbero subire modifiche sostanziali prima di essere presentate ufficialmente. Il dibattito rimane aperto, e la questione solleva interrogativi più ampi sulla strategia dell’UE per ridurre l’inquinamento senza penalizzare determinate categorie di cittadini, in particolare coloro che vivono in zone dove il riscaldamento a legna rappresenta la principale fonte di calore.
Sebbene il rinvio della proposta rappresenti una vittoria temporanea per chi si oppone alle nuove restrizioni, il tema delle emissioni inquinanti rimane una priorità per l’UE. Nei prossimi mesi, le istituzioni europee dovranno trovare un compromesso tra sostenibilità ambientale e accessibilità economica, cercando soluzioni che garantiscano la riduzione dell’inquinamento senza causare disagi eccessivi ai cittadini. Il futuro del riscaldamento a legna nell’Unione Europea dipenderà dalle decisioni che verranno prese in questa delicata fase di negoziazione.