J.R.R. Tolkien è stato un illustre scrittore, professore e il colto creatore di un mondo meraviglioso chiamato Arda.
La sua immensa opera, tra cui rientrano i libri più conosciuti, ovvero la trilogia del Signore degli Anelli (La compagnia dell’anello, Le due torri e Il ritorno del re), è conosciuta e amata in tutto il mondo e molti appassionati hanno avuto il piacere di allargare i propri orizzonti studiando le opere meno conosciute del professore, come ad esempio, uno fra tutti, il Silmarillion. Data la fama mondiale delle produzioni cinematografiche, pluripremiate, di Peter Jackson, venti anni dopo il colosso Amazon con Prime Video ha pensato di produrre una serie basata sulle Appendici del Ritorno del Re, in cui si narra la genesi di alcune delle razze di Arda e della Terra di Mezzo e la misteriosa storia pregressa alla nascita di Frodo, che include importantissimi personaggi come Melkor, Galadriel e Sauron.
Direte voi, I fan di Tolkien saranno impazziti con questa notizia!
Sì, ma non proprio.
Uno dei principali motivi per cui i fan di Tolkien si sono divisi nell’apprezzamento della serie è il fatto che, per motivi cinematografici soprattutto, la trasposizione del contenuto delle Appendici nella prima stagione della serie The Rings of Power non è stata molto precisa. La scelta, a quanto pare, è dipesa da diversi fattori, ma sostanzialmente pareva necessario romanzare e modificare un po’ la vera cronologia dei fatti riguardanti le cose accadute prima della forgiatura dell’Unico Anello, anche perché il materiale stesso prodotto dal Professore era già estremamente eterogeneo, frutto di quasi quarant’anni di lavoro intervallato dalle Guerre mondiali e dalle vicissitudini della vita. Nonostante questo, nessun fan più purista ha risparmiato pesantissime critiche alla serie subito dopo la sua uscita (e anche prima!), tanto che Amazon si è ritrovata nella posizione di dover bloccare le recensioni sulla piattaforma.
Ma quali sono queste grandi polemiche, vi chiederete? Vediamole.
Una fra tutte: la presenza di Elfi neri. Ebbene, qui tocchiamo subito un tasto piuttosto delicato, perché varchiamo le soglie del politically correct. Molti fan hanno asserito la propria delusione, non derivante da ragioni legate al razzismo, per la presenza di attori di colore nei panni di personaggi elfici i quali, a quanto riportano le descrizioni di Tolkien, dovrebbero essere chiari e candidi come la neve. Questo si potrebbe anche comprendere, se non fosse che, in ogni caso, stiamo parlando di una serie di fantasia e che ormai è imperativo cercare (per quanto possibile, a livello cinematografico) di non badare alle differenze di questo tipo, perché la battaglia più importante rimane sempre quella contro l’odio e in particolare l’odio razziale. Che ci si affezioni troppo, quindi, a delle descrizioni fisiche, senza guardare la bravura degli attori, sembra abbastanza inutile. Pare, in altre parole, una polemica alquanto sterile.
L’altro fattore, decisamente più comprensibile, che ha scosso negativamente i fan, è stato il libero adattamento di alcuni lassi temporali per cui determinate azioni dei personaggi venivano poste in maniera diversa rispetto alla cronologia presente nei libri. È stato già spiegato, tuttavia, che questo è dipeso molto dalle necessità di ripresa cinematografica, perché è più che risaputo il fatto che i tempi di un romanzo siano ben diversi da quelli di una pellicola o di una serie tv.
Insomma, per quanto vi siano state critiche violente, continue e in numeri spaventosi, i 25 milioni di spettatori ottenuti dalla serie indicano che, qualunque sia la ragione della polemica, la serie attira sicuramente l’attenzione su di sé. Finita questa prima stagione, si tirano le somme: non mancano i commenti positivi e i fan che aspettano trepidanti una (ancora incerta) seconda stagione, come non mancano i fan arrabbiati e delusi che però, per qualche strana ragione, hanno guardato tutta la prima stagione. Ai posteri l’ardua sentenza, non resta che attendere la decisione di Amazon.