Ti hanno rubato i soldi, ma la banca deve ridarteli tutti: fai immediatamente richiesta di rimborso | Le truffe vanno ripagate

Rimborso banca - fonte pexels - palermolive.it

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Le truffe possono svuotarti il conto, ma ci sono alcuni casi in cui la tua banca ti tutela e tu rimborsa

Le truffe, come phishing, vishing e spoofing, rappresentano una minaccia crescente per la sicurezza dei conti correnti. I truffatori utilizzano metodi sempre più sofisticati, come link malevoli che reindirizzano a siti falsi, falsi contatti telefonici che si spacciano per operatori bancari e truffe legate a pacchi inesistenti. Il loro obiettivo è ottenere l’accesso ai conti delle vittime per prelevare fondi o effettuare transazioni fraudolente.

Recuperare le somme sottratte risulta spesso difficile, specialmente quando i truffatori operano dall’estero. Le banche sono obbligate dalla normativa europea a fornire sistemi di protezione avanzati, come l’autenticazione forte a due fattori (SCA). Questo strumento consente di prevenire transazioni non autorizzate tramite notifiche immediate al cliente. Tuttavia, in caso di furto di somme, la banca deve dimostrare di aver rispettato tali standard di sicurezza. Se non lo fa, è tenuta a rimborsare il cliente e risarcire eventuali danni.

Nonostante le garanzie previste dalla legge, le banche non sono obbligate a rimborsare somme sottratte se il cliente ha agito con negligenza. Esempi di comportamenti negligenti includono la condivisione volontaria delle credenziali con terzi o la loro custodia inadeguata. In questi casi, la responsabilità ricade interamente sul cliente.

Se la banca rifiuta il rimborso, i consumatori possono rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF). Questo organismo offre una soluzione rapida ed economica rispetto a una causa civile. Prima di procedere, è necessario presentare un reclamo alla banca e attendere una risposta entro i tempi previsti. Se il reclamo viene rigettato o non riceve risposta, il cliente può presentare ricorso all’ABF entro un anno.

I requisiti per presentare ricorso all’ABF

Per accedere all’ABF, la controversia deve riguardare somme inferiori a 200.000 euro e collegarsi a conti correnti o rapporti finanziari come carte di credito o prestiti. Inoltre, non deve esserci un procedimento giudiziario pendente per gli stessi fatti. La procedura richiede il pagamento di un contributo di 20 euro e la presentazione di prove documentali, come estratti conto e corrispondenza con la banca.

Le decisioni dell’ABF non sono vincolanti per le banche, ma il loro mancato rispetto comporta danni reputazionali e può essere usato come aggravante in eventuali cause civili. Per questo motivo, gli istituti finanziari tendono a conformarsi alle pronunce dell’ABF nella maggior parte dei casi, evitando ulteriori conseguenze legali o di immagine.

Rimborso banca - fonte pexels - palermolive.it
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Altre opzioni per le controversie finanziarie

Per controversie legate a investimenti finanziari, come la negoziazione di titoli, non è possibile rivolgersi all’ABF. In questi casi, è necessario ricorrere all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF), un organismo specifico che si occupa di questa tipologia di problematiche. L’ACF segue un iter simile all’ABF, ma con competenze diverse.

Per evitare truffe online, è fondamentale adottare buone pratiche come non condividere mai le proprie credenziali, verificare l’autenticità di link e contatti e diffidare di richieste sospette. Investire in sistemi di sicurezza avanzati e mantenere un monitoraggio costante delle proprie transazioni rappresenta il primo passo per proteggere i propri risparmi. In caso di frode, agire tempestivamente rivolgendosi agli enti competenti può fare la differenza.