Tieniti il mal di stomaco, pubblicata la lista dei peggiori medicinali in commercio: lo prendi tutti i giorni ma ti sta uccidendo da dentro
4Non te lo dice nessuno ma ci sono alcuni farmaci che più che fare bene fanno male con conseguenze anche gravi
Molti pazienti tendono a rifiutare l’uso dei farmaci, spinti da paure infondate e disinformazione. E in effetti esistono dei farmaci che possono provocare gravi effetti collaterali. Ma i pregiudizi che possono portare a scelte dannose per la salute. È importante ricordare che i farmaci, quando prescritti correttamente, sono strumenti fondamentali per il trattamento di numerosi disturbi e possono migliorare significativamente la qualità della vita.
Disturbi come la depressione, l’ansia e il disturbo ossessivo-compulsivo possono avere un impatto devastante sulla vita di una persona, limitandone la libertà di scelta e il benessere quotidiano. Il problema principale non è il farmaco in sé, ma la malattia che compromette la stabilità psicologica ed emotiva del paziente. Rifiutare un trattamento farmacologico efficace per paura degli effetti collaterali può significare continuare a soffrire inutilmente, mentre l’uso corretto di un farmaco può offrire l’opportunità di riprendere il controllo della propria vita e di affrontare il futuro con maggiore serenità.
L’etimologia della parola farmaco affonda le radici nel greco pharmakon, che significa sia “rimedio” che “veleno”. Questo doppio significato sottolinea un concetto fondamentale: una sostanza può essere benefica o dannosa a seconda della dose e del contesto in cui viene utilizzata. Fin dall’antichità, medici e studiosi hanno riconosciuto che il confine tra cura e tossicità è spesso determinato dall’uso che si fa di una sostanza.
Non esistono farmaci intrinsecamente dannosi, ma solo un uso scorretto che può renderli pericolosi. Affidarsi alle competenze di un medico e seguire le indicazioni terapeutiche consente di sfruttare al meglio i benefici dei farmaci, minimizzando i rischi. La medicina moderna si basa su evidenze scientifiche, test rigorosi e monitoraggi costanti per garantire la sicurezza dei trattamenti. Abbandonare i pregiudizi e informarsi correttamente significa fare scelte consapevoli per la propria salute, valorizzando le opportunità che la scienza mette a disposizione.
La lista 2025 dei farmaci da evitare
Anche quest’anno, la rivista francese Prescrire ha aggiornato la sua lista di farmaci da evitare, confermandosi un punto di riferimento per la sicurezza terapeutica. L’elenco del 2025 comprende 106 farmaci analizzati tra il 2010 e il 2024, il cui rapporto rischio-beneficio è considerato sfavorevole nella maggior parte dei casi. L’obiettivo di questa revisione è migliorare la qualità delle cure, riducendo il rischio di effetti collaterali gravi e promuovendo alternative terapeutiche più sicure.
Tra le principali novità, spicca la reintroduzione della fenfluramina, inizialmente rivalutata per il trattamento della sindrome di Lennox, ma successivamente esclusa per il suo profilo di rischio inaccettabile. Un’altra aggiunta significativa è la reboxetina, un inibitore della ricaptazione della noradrenalina e serotonina, considerato meno efficace rispetto ad altri antidepressivi e associato a effetti collaterali rilevanti. Al contrario, il ulipristal, utilizzato per i fibromi uterini, è stato rimosso dalla lista poiché la sua autorizzazione è stata ritirata a causa del rischio di danni epatici gravi. Infine, il floroglucinolo è stato giudicato inefficace e potenzialmente dannoso, in particolare per le donne in gravidanza.
Le categorie terapeutiche più a rischio
L’elenco dei farmaci da evitare copre diverse aree terapeutiche, tra cui oncologia, cardiologia, psichiatria e neurologia, con l’inclusione di molecole come il roxadustat per il trattamento dell’anemia e l’ivabradina per l’insufficienza cardiaca, entrambi con un rapporto rischio-beneficio sfavorevole. In psichiatria, sono stati segnalati farmaci come agomelatina, venlafaxina, escitalopram e duloxetina, mentre nel settore gastroenterologico figurano il domperidone e la diosmectite, quest’ultima utilizzata nei disturbi intestinali, ma priva di efficacia documentata. Anche in dermatologia, sostanze come il finasteride 1mg e il tacrolimus topico sono state identificate come potenzialmente rischiose.
L’analisi condotta da Prescrire rappresenta un valido strumento per aiutare medici e pazienti a prendere decisioni più informate, privilegiando farmaci con un profilo di sicurezza maggiore. Evitare l’uso di molecole con effetti collaterali documentati può prevenire complicazioni gravi e migliorare l’efficacia dei trattamenti. Questa revisione annuale sottolinea l’importanza di un approccio basato su evidenze scientifiche aggiornate, incoraggiando la comunità medica a rivalutare le proprie prescrizioni alla luce delle ultime ricerche.