Palermo lasciata soffocare tra rifiuti e degrado mentre chi dovrebbe occuparsene sta comodamente seduto al bar, a guardare.
È quanto emerso dalle indagini indette dalla Procura di Palermo. 101 i dipendenti della RAP, azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti in città, accusati a vario titolo di truffa aggravata, false attestazioni o certificazioni e appropriazione indebita.
Secondo l’accusa, i furbetti del cartellino timbravano il badge e poco dopo uscivano svolgendo le loro ‘faccende’ personali. Chi andava a far la spesa, chi al bar con gli amici, chi tornava a casa. L’indagine nasce da accertamenti disposti dopo la denuncia di una funzionaria che aveva presentato un esposto lamentando furti di carburante dai mezzi della società. L’inchiesta è andata avanti da maggio a luglio 2023, con controlli e pedinamenti continui.
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1385 gli episodi accertati per un danno economico di quasi 40.000 euro e un ammontare di 2800 ore di assenza. I numeri sono importanti. Lo sono perché amplificano ancor di più quella che è la netta conseguenza del ‘disservizio’, o faremmo meglio a chiamarlo ‘senso di inciviltà’, nei confronti di una città che troppo spesso viene abbandonata. Rifiuti accatastati nelle periferie, interi quartieri soffocati dall’immondizia e dal degrado.
Giuseppe Todaro, presidente dell’azienda, ha comunque voluto fare precisare che l’inchiesta non riguarda l’ultimo difficile periodo e che si tratta di una vecchia indagine per la quale, in attesa dell’esito delle risultanze, è pronto a costituirsi parte civile.