Tony Matranga ed Emanuele Minafò ottengono il premio più ambito nell’ambito della prima edizione del “Trapani Film Festival“ con il lungometraggio “Ciurè”.
Una bella vittoria per il duo palermitano: non solo attori e fondatori di una scuola di comicità made in Sicily, ma anche produttori di un film che si connota per l’impegno civile.
“Ciurè”, infatti, è un’opera drammatica dedicata ai diritti sociali e alle tematiche afferenti la comunità LGBTQ+.
Diretto – e interpretato – dal regista Giampiero Pumo, “Ciurè” è un bel traguardo per Tony Matranga ed Emanuele Minafò, che hanno contribuito alla vittoria al “Trapani Film Festival” con la loro visione del senso dell’arte e dello spettacolo a trecentosessanta gradi.
Qualità emerse anche attraverso la loro casa di produzione “Sicilia Social Star“.
Un successo che corrobora l’idea totale di cinema del duo, in vista dell’arrivo de “Gli attassati”.
Si tratta del secondo film che vede Tony Matranga ed Emanuele Minafò protagonisti, prodotto da Amazon e disponibile, a partire dalla fine di agosto, sulla piattaforma Prime Video.
La capacità di alternare toni e registri, passando dal dramma alla risata, è una delle chiavi del successo della versatile coppia artistica.
Oltre a Giampiero Pumo, nella doppia veste di regista e attore, tra gli interpreti figurano Marilù Pipitone, Vivian Belina, Lucio Calabrese Falcone, Maurizio Bologna, Ernesto Tomasini, Antonello Russo, Tonia De Micco, Raffaele Taddei e Rosario Maggiore.
“Ciurè” è ambientato in una delle tante periferie dimenticate di Palermo.
Salvo, il protagonista, vive in una casa popolare insieme a suo figlio di sei anni: la madre del piccolo è stata allontanata per problemi di eroina.
A corto di soldi, Salvo decide di invischiarsi in un vecchio giro di recupero crediti fra i piccoli spacciatori e strozzini della zona, gestito dal suo ex cognato.
Una sera, durante un “giro” Salvo subisce un’aggressione e una rapina da tre uomini che lo lasciano a terra in una maschera di sangue.
In suo soccorso arriva Ciurè, una ragazza transessuale che lavora come ballerina in un club gay friendly.
Con soli tre giorni di tempo per restituire i soldi, a Salvo non resta che accettare l’invito di Ciurè a esibirsi al locale, eliminando i propri pregiudizi.