Tiziana Cantone è la ragazza che si è uccisa a 33 anni, impiccandosi nella tavernetta della casa di alcuni parenti, dove si era trasferita insieme alla madre. Lo ha fatto dopo aver visto naufragare la sua battaglia legale per ottenere la rimozione da Internet dei video privati che lei stessa aveva diffuso via WhatsApp ad alcune persone. Ma che poi, in virtù del contenuto intimo, erano circolati fino ad arrivare sulle pagine di una infinità di siti porno.
Tiziana intraprese una complessa battaglia legale per far sparire quelle immagini dalla Rete, ma l’esito fu per lei una ulteriore mazzata. A fronte di una sentenza che fu favorevole rispetto ad alcuni piccoli operatori, fu chiamata a risarcire i colossi del web che aveva citato in giudizio. Pochi giorni dopo si uccise. Da allora molte cose sono cambiate. In Italia è stata approvata una legge specifica contro il revenge porn e la società specializzata alla quale si rivolse Teresa Giglio, la mamma di Tiziana, riuscì a individuare e far rimuovere i video della ragazza che circolavano in Rete. La convinzione di chi operò in tal senso fu che non ci fosse più nulla in circolazione, e probabilmente per un periodo è stato anche così.
Adesso, rimestando tra i siti porno, si è scoperto che è riapparso uno dei video a luci rosse che hanno rovinato la vita di Tiziana Cantone. Riemerge su un sito del settore, e questo non può non inquietare. Perché a quel video si arriva in maniera molto semplice, digitando sul motore di ricerca Google il nome e il cognome della povera ragazza e un’altra parola. Ed è uno dei primi risultati restituiti. Inoltre sito fa sciacallaggio sul suicidio. Il titolo del video infatti, in inglese, richiama esplicitamente la circostanza che Tiziana Cantone si sia tolta la vita “dopo che il video è trapelato ”. Il filmato che riemerge ora nel web, di quasi due minuti, è leggermente diverso di un altro apparso a maggio, e anche questo inquieta.
Questo significa che nonostante gli sforzi, i filtri anti revenge porn e tutte le accortezze tecniche e legali per proteggere la memoria delle vittime, chissà quante persone hanno conservato una copia di file di Tiziana Cantone. Scaricati prima delle varie cancellazioni ordinate dalle autorità. La pubblicazione di uno dei video privati riapre la ferita mai rimarginata per la madre e i parenti della ragazza napoletana suicida il 16 settembre 2016 e allo stesso tempo ripropone la questione di quanto sia complicato, se non impossibile, godere del diritto all’oblio quando c’è di mezzo il web.