Tortura la compagna, obbligandola anche a tatuarsi il suo nome sul viso

Un 41enne aveva obbligato la compagna a farsi tatuare il suo nome sul viso. Ma inoltre l’aveva colpita con una mannaia e minacciata di morte, lei e la famiglia

Qualche giorno fa la Cassazione ha confermato la sentenza a 6 anni e 8 mesi di reclusione per un 41enne romano, Andrea Lombardi, che aveva fatto vivere la sua compagna in «penosissime condizioni di vita». L’uomo aveva addirittura “marchiato” la compagna con cui conviveva da poco tempo, costringendola a tatuarsi il suo nome sul viso. Forse per sottolineare che era di “sua proprietà”. E, inoltre,   la quotidianità, tra le mura di casa, era stata dominata da violenza e torture. Con minacce di morte rivolte a lei e alla sua famiglia e lettura obbligata di testi sacri cattolici . Ma anche  colpi di mannaia. Le accuse a carico del Lombardi sono state: maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate. E la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, un reato introdotto proprio nel 2019.

IL SUO NOME TATUATO  NEL VISO DELLA COMPAGNA

E proprio nel 2019, come riportato  dal Messaggero,  sono avvenuti i fatti contestati, dal 3 al 10 dicembre di quell’anno. La coppia si era conosciuta in chat, su Facebook. Colpiti da un colpo di fulmine, avevano subito preso la decisione di andare a convivere in un appartamento. Una convivenza che dopo pochi giorni per la donna si era trasformata in un incubo. Per i pm l’uomo «maltrattava la compagna aggredendola quotidianamente, sia verbalmente sia fisicamente». Uscite limitate, e lettura forzata della Bibbia o del Vangelo. Le vessazioni sono iniziate i il 3 dicembre del 2019, quando l’imputato ha portato la compagna in uno studio di tatuaggi e l’ha obbligata a farsi tatuare il viso. Al tatuatore ha detto di incidere sopra al sopracciglio destro della donna il suo nome, «Andrea». E sulla mandibola sinistra la frase «Odio tutti». inoltre una goccia e tre puntini sotto lo zigomo destro, e tre punti e una croce sotto lo zigomo sinistro.

ACCANIMENTO CONTINUO, MINACCE E PUGNI

Tornati a casa, nel giro di poche ore ha continuato ad accanirsi contro la fidanzata.  L’ha anche colpito con una mannaia:  la donna ha riportato  lesioni da taglio, con una prognosi di tre giorni. L’ha aggredita anche  con dei pugni sulla giugulare. Sempre nella stessa serata ha scaraventato il telefono della donna  a terra, salvando solo la sim. Ma le torture dopo qualche giorno sono continuate. L’imputato, in base a quanto ricostruito dalla Procura, il 9 dicembre mentre erano in un bar le ha sferrato un pugno sullo zigomo, facendola sbattere su una ringhiera. E mentre le urlava «Storpia», l’ha afferrato per i capelli e l’ha trascinato fuori dal locale. anche davanti ai carabinieri, arrivati sul posto, ha continuato a minacciarla: «Se mi arrestano uccido la tua famiglia con una pistola e te con un’arma bianca».

ALTRI TATUAGGI. MA ADESSO L’UOMO È IN CARCERE

E sempre secondo le ricostruzioni fatte dai magistrati, ventiquattro ore dopo, il 10 dicembre, l‘ha riportata con forza in un altro studio di tatuaggi. Questa volta le ha fatto disegnare una linea verticale al centro del mento e una linea orizzontale al lato destro della bocca. Come una risata sul tattoo fatto una decina di giorni prima.  Ha fatto aggiungere un altro tatuaggio con  la scritta «Ti amo» vicino al suo nome precedentemente tatuato. Tutto questo ha provocato alla donna uno «sfregio permanente al viso». Il 41enne, ora, sta scontando la pena nel carcere di Frosinone. Ma i suo difensore , l’avvocato Vito Alberto Calabrese, ha commentato così la sentenza: «Aspetterò le motivazioni e poi faremo ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, perché la persona offesa è stata sentita senza dare una minima comunicazione al difensore dell’imputato».