Totò Cuffaro a Partinico per rilanciare se stesso e la Democrazia Cristiana

Le recenti dichiarazioni del Commissario Regionale della DC Totò Cuffaro sui progetti e le intenzioni del partito

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Si è tenuta presso il salone dei Cappuccini, a Partinico, la presentazione della nuova Democrazia Cristiana al territorio. L’incontro ha visto gli interventi dei coordinatori locali, Adriana Canestrari e Vincenzo Sollena, e quello conclusivo del Commissario Regionale della DC Totò Cuffaro.

“C’è voglia di tornare a un partito di valori, che in Sicilia mancano. C’è voglia di tornare a un partito che abbia un ideale”. Così ha dichiarato Cuffaro intervistato da Telejato. “Oggi la gente esce di casa non avendo più un’idea da difendere. Oggi si vota per interesse, per business, per appartenenza, per mal di pancia. Non è questa la politica. La politica é fiducia in un’idea e soprattutto la capacità di difendere le cose in cui si crede. Ecco, noi vogliamo riportare un’idea dentro la scheda elettorale e dare la possibilità di difenderla”.

“DC” e “Libertas”

Nel corso dell’intervista Cuffaro spiega la questione relativa al nome del partito. “Possiamo utilizzare le denominazione “Democrazia Cristiana”, perché il congresso e le elezioni ce lo hanno consentito; non possiamo utilizzare la scritta “Libertas” – infatti abbiamo messo la vecchia bandiera di Sturzo, la croce di San Giorgio -perchè l’Udc nelle ultime elezioni regionali l’ha utilizzato come simbolo. Se noi l’avessimo utilizzato, saremmo incorsi nella possibilità che ci venissero annullate le liste”.

Un contenzioso nella cui risoluzione si spera. “Noi crediamo per il bene della Democrazia Cristiana che questo contenzioso abbia a dirimersi e che lo si faccia utilizzare; se non lo faranno usare, utilizzeremo l’attuale croce di San Giorgio, che va bene lo stesso “.

Totò Cuffaro: “Ho fatto errori e li ho pagati”

Critiche e polemiche non sono certamente mancate alla nuova DC. Ma Totò Cuffaro risponde con determinazione. “Totò dice le cose che sono. E’ uno che ha fatto tanti errori e li ha pagati. Ho fatto degli errori che ho ammesso, ho delle responsabilità e per quelle sono stato 1768 giorni in carcere. Credo di aver fatto il mio processo di rieducazione di risocializzazione, ottemperando a un dettato costituzionale”.

“Non guardo alle idee giustizialiste – prosegue -, guardo alla Costituzione e all’art. 27 che mi consente di poter tornare ad essere un uomo libero e utile alla società. Non credo come scrisse un grande scrittore francese, Victor Hugo, che detenuti bisogna rimanere per tutta la vita; bisogna rimanerci per il tempo che la pena ti consente e ti detta a farlo. Dopo di ciò bisogna avere la forza di ritornare a essere utile alla propria stessa storia ma soprattutto alla propria famiglia e alla società”.

Il peso degli “errori” del passato diventa veicolo di insegnamenti per il futuro, nelle parole di Cuffaro. Interdetto a nuove candidature, afferma che anche se si potesse non intraprenderebbe la nuova avventura. Si ritrae piuttosto come “un politico che sta tentando di dare un consiglio ai giovani e alle donne della Democrazia Cristiana, quello di fare esattamente il contrario di quello che ho fatto io. Di non commettere gli errori che ho fatto io; di non fermarsi alle clientele e alle prebende che non portano alla politica e soprattutto alle situazioni in vantaggio che invece gli elettori si aspettano che la politica porti”.

Insomma, la nuova Democrazia Cristiana parrebbe intenzionata a lavorare per il ripristino della fiducia dell’elettorato. Una DC che ama e costruisce il futuro sulle basi della storia e del passato. “Un partito libero, aperto e plurimo; un partito di giovani e di donne che dovranno parlare con gli elettori e dovranno soprattutto ricostruire quel tessuto sociale e politico che purtroppo oggi è logorato e che non dà più risposte di fiducia agli elettori”. Questo il ritratto che Cuffaro delinea.

Componente essenziale il rigore morale. “Le nuove generazioni devono avere passione. Devono avere il coraggio e soprattutto tanto rigore morale. Quel rigore morale che serve dappertutto e soprattutto qui a Partinico, dove ce n’è stato poco negli ultimi tempi”.

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