Tra miniature e dettagli: benvenuti nel delizioso mondo di Giò
La passione per le miniature e i dettagli caratterizzano i lavori di Giovanna Guerrisi. Creazioni davanti alle quali è impossibile non restare a bocca aperta
Legno, stoffe, colle, carta da parati… l’affascinante mondo di Giovanna Guerrisi (ma chiamatela Giò, ne sarà più contenta!) è fatto di cura per i dettagli e amore per le miniature. Una passione nata fin dalla più tenera età e che mai avrebbe pensato che sarebbe esplosa all’età di 34 anni, portandola a realizzare dei veri e propri capolavori. Impossibile non restare a bocca aperta!
Tutto è iniziato per gioco, circa un anno fa. L’obiettivo era quello di realizzare una piccola casetta come regalo di compleanno per la figlia. Giò ha usato un kit preconfezionato, che le ha regalato l’opportunità di mettersi a lavoro e riprendere una passione, in realtà, mai sopita. Le vicissitudini personali e le restrizioni della pandemia hanno fatto il resto: qualche mese dopo quell’esperienza, Giò ha deciso di tuffarsi in questo incredibile mondo realizzando deliziosi prodotti fatti a mano.
Miniature e passione
Osservando le creazioni di Giò ci si chiede da dove cominci. “Alcune parti sono delle componenti già fatte, ad esempio alcuni mobili – ci spiega lei stessa con voce entusiasta -. Li prendo e li trasformo; ad esempio i divani hanno la struttura in legno che però poi magari viene completamente rivoluzionata con cambi di tappezzeria, verniciatura, inserimenti di altri componenti, come fregi fatti con delle paste particolari. Quindi, è lo scheletro che viene completamente trasformato”.
Indubbiamente è un lavoro di pazienza, passione, attenzione e manualità. Una manualità che Giò ha acquisito col tempo: “A 18 anni ho preso la mia valigia e sono andata a Firenze a fare l’Accademia di Belle Arti lì, indirizzo pittura. Col senno del poi la scenografia sarebbe stata più adatta alle mie corde, ma l’ho compreso dopo vent’anni di lavoro nel settore”.
Tre anni a Firenze, poi Milano per un master in fotografia alla NABA. In seguito Brera per la specialistica in pittura. Tornata per amore in Sicilia, a Messina, oggi insegna storia dell’arte e disegno a Patti, in un liceo scientifico.
E le casette in miniatura? Una passione nata proprio verso settembre/ottobre, complici le restrizioni imposte dal Covid e alcuni problemi di salute durante la gravidanza. “Quando ho potuto riprendere la mia routine, ho detto: “Va bene, devo fare qualcosa”. Il tempo che qualche anno prima avrei trascorso con una pizza, un cinema o in qualsiasi altra cosa, l’ho speso in tutto e per tutto in queste miniature“.
Giò, che qualche mese prima si era cimentata con un kit per il regalo della figlia, si è quindi buttata in questo mondo. Ma se scaviamo a fondo vediamo che la sua passione ha origini ancor più profonde: “È tutta colpa di mia madre e di mio nonno – ci racconta sorridendo -. Quando ero piccola, c’erano le uscite in edicola delle case delle bambole. Mio nonno, quando avevo circa 5 anni, ha iniziato questa collezione e con mia mamma, che è un tipo certosino che ama ricamare, cucire e fare cose creative, ci siamo cimentate in questa cosa”.
“Non pensavo ovviamente che in futuro avrei fatto ciò. Amo tutto ciò che è piccolo, lo adoro. Anche quando vado nei musei, mi perdo nei dettagli. Ho un’attrazione per i particolari, i dettagli, le cose proprio piccole, che è poi sfociata in questa attività. Prima per gioco, ora mio marito lo sa: quando ho qualche secondo, mi rintano in una stanza e lui sa che mi trova lì”.
Arte terapeutica
Non sa quanto tempo richieda realizzare una stanza. Giò lavora nei ritagli di tempo e a più progetti contemporaneamente. Spesso deve aspettare i materiali, che non sono sempre facili da reperire. La colpa è un po’ del Covid, ma anche della mancanza di una tradizione vera e propria su questo filone in Italia e a Messina in particolare. “In Inghilterra e in America c’è una tradizione e un mercato molto diverso dal nostro. Ricordo che a Milano c’era solo un negozio importante di arredo per le case delle bambole. Quando andavo a lezione, mi incantavo davanti a questo mondo in miniatura”.
Al momento sono quattro le stanze iniziate. Probabilmente entro un mese e mezzo saranno compiute. Un hobby che Giò ama definire terapeutico: “Per me è un’esigenza vitale. Non dico che sia come respirare, mangiare e dormire, ma è una cosa che sicuramente mi fa stare bene. Mi aiuta. Mi fa completamente dimenticare tutti i problemi che ci sono e che quest’anno sono stati tanti. Questo mi dà serenità, anche quando ci sono dei momenti in cui magari perdo la pazienza perché un elemento non è venuto come volevo o ci sono problemi pratici e oggettivi, li affronto con tranquillità perché è proprio uno svago terapeutico. Come dico sempre ai miei ragazzi, l’arte è terapia per poter andare avanti nella vita, non ci sono dubbi“.
Le raffinate creazioni di Giò incarnano la sua creatività, il suo entusiasmo, la sua ricerca. Dall’antico studio dentistico in miniatura, in onore della professione del marito, al Book Nook che dà vita ad un piccolo universo tra gli scaffali di una libreria. Un mondo sognante e delizioso, che genera continuo stupore.